Yucon Artic, ultrarunner sardo congelato rischia gli arti
“Mani e piedi sono ancora al loro posto. Onestamente devo dire che non sono preoccupato, ho tanta roba da fare e di solito non sono uno che aspetta. Se devono amputare che si faccia, non saranno quattro protesi il problema, ma chi se ne frega.. ” Così scrive su Facebook Roberto “Massiccione” Zanda . L’ultrarunner sardo sopravvissuto 14 ore nella foresta dello Yukon a temperature fra i 40 e i 50 gradi sottozero durante la più fredda e dura maratona del mondo, dopo che gli atleti in gara erano rimasti solo tre, sarà operato all’ospedale «Umberto Parini» di Aosta, dov’è arrivato stamane dal Canada. Un’equipe di chirurghi vascolari cercherà di salvargli mani e piedi – rimasti congelati e a rischio di amputazione – dopo che nel tentativo di ritrovare il tracciato di gara della Yukon Artic Ultra 2018, si era allontanato dalla slitta dotata di Gps per poi cadere in un fossato di neve alta fino all’ombelico: bloccato e impossibilitato a dare l’allarme all’organizzazione della gara, l’ultramaratoneta cagliaritano è entrato in ipotermia e ha rischiato di morire assiderato. “Purtroppo dopo 300 km è accaduto questo fatto- racconta- segnaletica o no, allucinazioni o no, ipotermia o no, spot o non spot, capanno o no, morale sono vivo e vegeto e spero di trovare due bei piedi che mi permettano di continuare a fare questa bella vita fatta di sport e resilienza. Grazie alla Montane che mi ha equipaggiato con abbigliamento tecnico di altissimo livello che mi ha sicuramente salvato la vita mentre sono stato 14ore nella foresta. Intanto Yukon scambiamoci le bandiere poi si vedrà…”. In Sardegna sabato prossimo si terrà una raccolta fondi a favore di Zanda, organizzata da uno dei suoi sponsor, la Myto, società farmaceutica cagliaritana specializzata in integratori alimentari per lo sport.