Tour, i francesi danno il peggio di sè.
Spintoni, moto di traverso, caos e cadute sull’Alpe d’Huez, una delle salite mito del Tour che sembra più una sagra paesana che la corsa più importante del mondo in una giornata che non passerà certo alla storia per le imprese dei corridori. I francesi danno il peggio di sè a cominciare dai tifosi che insultano e spintonano Chris Froome sotto gli occhi del mondo. Poi tocca a una moto della gendarmerie che travolge e abbatte Vincenzo Nibali e infine ci mette del suo anche Romain Bardet che scatta infrangendo la tregua che Froome ( chapeau!) aveva concordato con il suo compagno di squadra in maglia gialla Geraint Thomas e con Tom Dumoulin per aspettare Nibali che stava rientrando. Non meritava questo l’Alpe . Non merita questo il ciclismo che purtroppo sta imparando a tifare contro. Ma tant’è. Forse più che un problema di transenne è un problema di cultura che sta cambiando e non in meglio. La corsa però va e arriva. Resta l’immagine di Vincenzo Nibali a terra dolorante, la fatica di vederlo rientrare sui primi a una decina di secondi dopo aver recuperato quasi due minuti, poi il ricovero e la sentenza: vertebra fratturata, Tour finito: “Non ho capito bene nemmeno io cosa sia successo- spiega al traguardo il siciliano- Stavo bene, ho accelerato per seguire Froome che scattava in un punto dove la strada si restringeva e sono stato urtato finendo a terra. Peccato. Perchè stavo bene e, dopo aver attaccato all’inizio per vedere come reagivano gli altri, avrei provato ad attaccare nel finale…”. Che però per quanto riguarda il Tour non è per nulla scritto anche se senza lo squalo che avrebbe detto la sua fino in fondo. Perchè c’è Dumoulin, c’è Chris Froome e c’è Thomas che, anche se non ha tantissima voglia di fare il gregario all’inglese, un po’ lo fa e poi vince restando sempre più in giallo. Discorso a parte per Bardet che scatta, si fa riprendere e poi scatta ancora rovinando un gesto nobile di Froome che sa di antica cavalleria. Fosse rimasto lì ad aspettare Nibali forse si sarebbe giocato la vittoria che non è arrivata lo stesso. Battuto. Senza neppure l’onore delle armi…