Otztaler, quando il ciclismo si fa duro
Una storia infinita che da queste parti si scrive pedalando. Che si ripete da 38 anni che sono un’infinità, che sono storia e tradizione, che sono facce felici, sfatte, gambe, mani alzate, rese e rivincite. Lo slogan parla chiaro, ma non mente: “è la competizione più dura e impegnativa delle Alpi” e chi l’ha fatta conferma. Ma nessuno si spaventa, anzi, Tant’è che negli ultimi anni è un crescendo di richieste di partecipazione. Quest’anno oltre 19.000 domande per partire domenica mattina. Un unico e lungo percorso di 238 km con 5.500 m di dislivello, chiuso in gran parte al traffico. Si parte da Sölden nella valle tirolese dell’Ötztal attraverso il Kühtai (2.020 m), proseguendo in direzione Brennero (1.377 m), si sconfina in Italia a Vipiteno attraversando successivamente i passi Giovo (2.090) e Rombo (2.509 m), per poi fare ritorno a Sölden in Tirolo. I 5.500 m di dislivello sono spalmati su 40,5 km di percorso pianeggiante, 95,7 km di salita e 101,9 km di discesa. Non c’è tregua, insomma. Domenica 2 settembre all’alba si parte. Saranno i tiratori scelti dell’esercito austriaco a dare il via ufficiale con un potente colpo di cannone, che farà tremare i sellini. Al lungo serpentone serviranno circa 20 minuti per lasciarsi alle spalle la località tirolese e dirigersi verso il fondovalle dell’Ötztal. Si parte ognuno con la propria voglia e con le proprie attese inseguendo lo stambecco che è il simbolo di questa edizione: ” Perchè è forte e si arrampica facilmente sulle montagne- spiegano gli organizzatori- che sono le caratteristiche che chi partecipa deve avere per arrivare al traguardo…”. E ci proveranno in tanti ad arrivare. Da trentasei Paesi nel mondo che qui si danno appuntamento per ritagliarsi un pezzettino di gloria e di fatica. Molti più uomini che donne con i tedeschi a guidare il gruppo, seguiti dagli austriaci e dagli italiani. Tempo previsto oltre 7 ore ” di dura e incredibile fatica” è scritto su una locandina. Che non è uno spot. Sette ore dove ci sarà tutto il tempo per soffrire, sudare, imprecare, riflettere e pensare. Oppure ripensarci. Ma il bello è tutto lì…