Granfondo Continental, un futuro “sicuro”
C’erano oltre 1300 ciclisti ieri al via della Granfondo Continental di Milano. Pochi o tanti non conta ma c’è da scommetterci che il prossimo anno saranno molti di più. E non perchè questa corsa che da Sesto va verso le salite “toste” della Brianza regali chissà quali paesaggi mozzafiato ( che però ci sono) o prometta chissà quali meraviglie. La granfondo organizzata per il secondo anno da Factory ASD in collaborazione con il mensile Dueruote di Editoriale Domus è una corsa che ha un buon futuro perchè è un evento dove la solidità e la serietà di chi lo ha messo in piedi si tocca con mano proprio sul tema che sta più a cuore a chi pedala e cioè la sicurezza. Da Sesto a Villasanta passando per Colle Brianza o dalla salita di Giovenzana nella variante più lunga sono rispettivamente 83 e 112 chilometri con un migliaio di metri di dislivello. Tanta strada e trafficata come sa bene chi conosce queste zone che la domenica mattina vengono prese d’assalto dai gitanti che vanno fuoriporta. Code e caos dove i ciclisti non sono proprio ben visti, non è facile pedalare da queste parti. E non lo era stato lo scorso anno, quando al debutto, la granfondo raccolse applausi ma anche parecchi malumori di chi rientrando verso il traguardo nell’ora di pranzo si era ritrovato a zigzagare tra le colonne di auto. La capacità di trasformare un evento in un grande evento passa anche (soprattutto) dal saper far tesoro delle critiche. E questo sono stati capaci di fare da subito gli organizzatori della granfondo Continental. Non so quanti incroci ci siano sul percorso, ma ieri non ce n’era uno che uno che non fosse presidiato. Uomini in pettorina gialla che fermavano le auto, moto della “scorta tecnica” ad annunciare i corridori, volontari con le bandierine che segnalavano incroci, rotatorie, strettoie. E poi cartelli, frecce, indicazioni che forse neppure al Giro…Il tutto unito ad una partenza intelligentemente anticipata alle 7.30 e ad un traguardo spostato a Villasanta hanno fatto la differenza. E c’è da scommettere che nei prossimi anni molto ancora migliorerà: ““Siamo molto soddisfatti di questa seconda edizione che ha confermato quanto una gara simile, pur agli esordi, trovi il riscontro del pubblico e del territorio- ha spiegato Cristian Lancellotti, Direttore di Dueruote- Un grazie va a tutti i partecipanti, alle Istituzioni in particolare ai Comuni, alla Federazione, ai tantissimi volontari che ci hanno aiutato a presidiare le strade lungo il percorso e a tutte le aziende che ci hanno accompagnato in questo progetto con grande entusiasmo”. Per la cronaca va detto che il primo a tagliare il traguardo del percorso medio è stato Giampaolo Busbani (ASD Cicli Copparo) in 2 ore mentre sul lungo si è imposto Luca Chiesa (Scott Team Granfondo) in 2 ore 54 minuti. Tra le donne si è confermata sul medio come nel 2017 Sabrina De Marchi (Team Bike Tartaggia) in 2 ore e 11 minuti mentre Anita Marzato è arrivata prima nel lungo in 3 ore e 17 minuti. Infine una curiosità: al via c’era anche Davide Ballerini che corre nei pro per la Androni giocattoli Sidermec di Gianni Savio ma è l’ultima stagione. Dal prossimo anno la promessa azzurra indosserà la casacca dell’Astana. Ma si sapeva già…