Gravel roads e Ghisallo, le bici sono tante…
Come diceva una vecchia rèclame le bici«sono tante milioni di milioni…». Forse erano salumi, ma pazienza. Senza esagerare però si può dire che, nel weekend piovoso che si annuncia, a Milano saranno tante. Per tutti i gusti. Per pedalare tra gli sterrati del parco Sud e del Parco Ticino o dal Vigorelli fin sul Ghisallo . Da corsa ma anche «gravel», parenti lontane e vicine, perchè le «gravel» sono quelle bici da corsa un po’ più «robuste» e con le ruote più larghe che permettono di viaggiare o di avventurarsi sulla ghiaia delle strade bianche, permettono qualche variazione sul tema. E su questa strada pedaleranno domattina oltre un centinaio di iscritti alla prima edizione della «Milano Gravel roads», la sfida ciclistica organizzata da Turbolento sulle strade «zitte» di Milano, quelle dove non passano auto, tra la città e la campagna, tra i Navigli e il Parco del Ticino a chiudere quel triangolo della Bassa tra Novara, Milano e Pavia terra di grandi pedalate e grandi “tapasciate”. Un appuntamento che sarà anche raduno del Cinelli off roads circus dove saranno chiamati a raccolta tutti i mezzi avvezzi al brecciolino: dal Rampichino alla Quo Vadis, dalla Passatore alla Zydeco. «E’ la madre di tutte le gravel…» spiega l’organizzatore Paolo Tagliacarne che ovviamente si affretta ad aggiungere il più classico dei suoi slogan: «It’s a ride not a race…», cioè che la sfida è più un viaggio che una gara ma che vuol dire tutto e niente perchè, anche se non è una gara, si farà fatica e soprattutto tanti chilometri: 160 nel tracciato più lungo e 100 in quello più corto che partiranno entrambi dalla Canottieri San cristoforo e, dopo sfiorato canali, dighe e oasi, torneranno con qualche variazione verso la città. Si parte alla francese, che vuol dire che ognuno parte per fatti suoi e arriva per fatti suoi. Fine. Anzi no. Perchè passata «’a nuttata» si ricomincia e si riparte con la Vigorelli- Ghisallo, gara che mette insieme con un immaginario filo rosso, due monumenti del ciclismo mondiale. Il Vigorelli, appunto, e il Museo del Ghisallo che con il santuario è meta di pellegrinaggio di decine di migliaia di ciclisti ogni anno. «Due monumenti del ciclismo che uniremo pedalando- spiega il campione olimpico e due volte campione del mondo Paolo Bettini– Io conosco meglio il Ghisallo per motivi legati alla mia carriera ma, anche se non ho mai avuto la fortuna di pedalarci, sono affascinato dalla storia del Vigorelli, un monumento che è tornato a vivere e ora va protetto. Spero di poterci fare almeno un giro, per me sarà un onore…». Domenica mattina Bettini sarà al via insieme con tanti altri appassionati che sfideranno i su e giù della Brianza e le rampe del Ghisallo. Sfideranno anche la pioggia, ma per chi pedala sulle strade della gloria, questo è solo un «trascurabile» dettaglio.