leoDa ieri è nel reparto di oncologia di Perugia Leonardo Cenci. Di nuovo. E proprio alla vigilia della sua maratona, quella di New York dove due anni fa  aveva corso e battuto il record di 5 ore e 32 minuti del fondatore della NewYork city marathon  Fred Lebow  che corse con un cancro al cervello. Lui, con un tumore al polmone aveva fatto meglio.  “Leo” come lo chiamano in molti non è uno che molla.  L’anno scorso proprio per questo motivo Sergio Mattarella lo aveva nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.  “Per la determinazione e la forza d’animo con cui affronta la sua gravissima malattia offrendo agli altri malati un esempio di reagire e di difesa della vita” aveva spiegato il presidente della Repubblica leggendo la motivazione ufficiale. Ma nessuna motivazione può bastare a raccontarlo. Due anni fa alla vigilia della partenza della maratona me lo ero ritrovato a fianco nella sgambatina a Central Park: « Sarò il primo italiano a correre la maratona di New York con un tumore in atto- mi disse-  e voglio battere il record…». E così è stato. La sua è una storia incredibile. Incredibili sono la sua tenacia e la sua determinazione nel tenere testa a un tumore ai polmoni che gli aveva lasciato sei mesi di vita. E invece no. “Contro il cancro voglio vincere io..” ripete sempre.  E nelle sue maratone c’è il miracolo possibile. C’è una luce che resta accesa e che Cenci non vuole spegnere. Per correre  nella Grande Mela si era allenato quattro anni nonostante i ricoveri, nonostante le chemio, nonostante tutto: «Mi avevano dato 6 mesi di vita- raccontava il giorno prima della gara-  ma lo sport mi ha aiutato … Sono un miracolato: c’è chi e’ morto dopo 11 mesi, mentre io sono ancora qui…». Cenci con la sua associazione «Avanti Tutta» raccoglie fondi e vuol essere un esempio per tutti i malati oncologici. Un esempio immenso, infinito, più efficace di qualsiasi campagna mediatica.  La sua corsa va oltre ogni tempo, in tutti i sensi. E ora fa un appello a tutti coloro che lo seguono nella lotta contro il cancro. “Credo proprio – ha scritto sulla pagina Facebook di Avanti tutta –  che il reparto dell’oncologia medica, sia molto affezionato a me, d’altro canto non potrebbe essere diversamente, visto che anche io lo adoro… Si dice che Dio lasci le battaglie più difficili ai suoi soldati migliori… Io credo che mi abbia confuso con Rambo. Sono stato ricoverato in oncologia  per diversi gravi problemi. Avanti Tutta ora più che mai.  E pregate per me…”