Chi non fa sport è un asino?
Chi non fa sport è un asino? Sicuramente no. Ma non è vero neppure il contrario e ciò che troppo sport toglie tempo allo studio. E’ una ricerca Ipsos per conto della Fondazione Pro – Benessere pubblicata nei giorni scorsi nel corso del convegno “AndroDay. Percorsi di salute al maschile» a stabilire una volta per tutte che allenamenti, libri e interrogazioni non sono incompatibili. Anzi. Chi fa sport generalmente ha una cultura più elevata di chi non lo fa al cospetto di una situazione che nel nostro Paese non è delle migliori visto che un italiano su due (il 51 per cento degli intervistati) non pratica attività sportiva e tra chi lo fa il 26 per cento si dedicata allo sport meno di tre volte a settimana. La percentuale massima di chi non fa sport però si raggiunge fra chi ha licenza media o titolo inferiore (61 per cento rispetto alla media del 51 per cento), quella di chi fa sport più di tre volte a settimana è fra chi ha la laurea (29 per cento rispetto alla media del 23 per cento) a dimostrazione che non è lo sport a distrarre dallo studio. Si mettano quindi tranquille tutte quelle mamme ( e i papà) che pensano che sia lo sport a pesare sui votacci in pagella e che davanti ad un quattro per ritorsione tagliano per prima cosa allenamenti e gare. Chi fa sport ( soprattutto agonistico) in genere impara ad organizzarsi meglio di chi passa interi pomeriggi in casa in virtù di uno stile di vita attivo che poi molti conservano anche da adulti. Spiega la ricerca Ipsos che il 38 per cento degli italiani fa sport in palestra, il 27 per cento corre e il 25 per cento gioca a calcio o calcetto. Questo è il podio delle attività più praticate. Vengono poi il nuoto (14 per cento), il ciclismo (11 per cento), il tennis (8 per cento) e altri sport. La ricerca, infine, ha rilevato l’esistenza di una tipologia di persone che ha comportamenti e abitudini poco consigliabili e che corrisponde a quella dei cosiddetti «sedentari volontari», ovvero coloro restano spesso seduti anche durante le pause di lavoro. Rappresentano il 22 per cento degli intervistati e hanno un profilo che assomma diversi aspetti critici: oltre a «non muoversi» dalla propria postazione lavorativa , sono uomini poco attenti all’alimentazione e all’assunzione di acqua nel corso della giornata e sono poco soddisfatti della vita sentimentale.