Milano e Cortina calano le carte olimpiche
Milano e Cortina hanno ufficialmente presentato a Tokyo, davanti ai 1.000 delegati di tutto il mondo riuniti nell’Assemblea Generale dell’Associazione dei Comitati Olimpici Mondiali, il logo della candidatura olimpica per i Giochi invernali del 2026. Il Duomo e le Dolomiti unite nel Tricolore, in una sfida nata tra polemiche , strappi e tra le titubanze di un governo che non si è ancora ben capito se intenda scommettere o meno su questa avventura. Ma Lombardia e Veneto, come spesso accade, hanno fatto da sè, ci hanno creduto e sono andate avanti lo stesso con una serie di progetti a misura d’uomo, niente realizzazioni faraoniche, niente sprechi di denaro e di energie, niente cattedrali nel deserto che, finiti i giochi, rimarrebbero inutilizzate. La scommessa di Zaia, Fontana e Sala è tutta qui e si fonda sulla concretezza di due regioni che da sole rappresentano un bel pezzo dell’economia italiana. E il credito c’è e continua a crescere. Nello stesso giorno in cui in Giappone si fa infatti il primo passo ufficiale c’è da registrare una sensibile variazione nelle valutazioni degli analisti Snai, che rispetto all’ultimo rilevamento, hanno abbassato ulteriormente la quota sull’assegnazione delle Olimpiadi all’Italia: da 1,50, riferisce Agipronews, si è scesi a 1,45 e, di contro, è salita la quota sull’unica altra candidata, Stoccolma, passata da 2,35 a 2,50. Sulla Capitale svedese pesa l’incertezza della situazione politica (non si è ancora riusciti a formare un Governo dopo le ultime elezioni) e il fatto che l’amministrazione locale non appoggi la rassegna olimpica. Duomo, Castello Sforzesco, Scala, il campanile di Cortina, le Tofane, la Valtellina e l’Expo hanno sfilato in un filmato che ha messo in fila tutto ciò che farà da scenario ad un’edizione dei Giochi italiana. Stoccolma ha insistito sulla neve e sul ghiaccio, il bianco di un Paese che “adora gli sport invernali”, la squadra italiana ha messo insieme i simboli di due città che con lo sport hanno storia e tradizione: da San Siro interista e milanista, alla Stramilano, alla Maratona di Milano, alle prime olimpiadi invernali italiane che nel 1956 portarono Cortina sulle pagine di tutti i giornali del mondo. Giovanni Malagò molto emozionato, ha presentato così la sfida italiana: “La nostra è una candidatura che parte dal territorio, nel pieno rispetto dell’agenda 2020 con la quale il Cio ha dato le linee guida dei Giochi del futuro: sono sicuro che il sogno di Milano-Cortina 2026 diventerà realtà”. E se così fosse, per il presidente del Coni, sarebbe anche una carta in più da mettere su piatto della partita che sta giocando con il governo per la riforma dello sport.