Smog: alternative, non tasse..
Al Nord è scattato il blocco del traffico: fermi i veicoli diesel più inquinanti in Lombardia, Piemonte, Veneto e Emilia-Romagna. Il livello di polveri sottili oltre i limiti di legge ha imposto lo stop da almeno fino a lunedì 10 proprio nei giorni in cui monta la polemica sull’ecotassa annunciata come emendamento alla manovra. Ognuno è libero di pensare ciò che vuole ma la tassa sulle auto che inquinano è un cosa che non sta in piedi. Per un motivo semplice. Perchè non ha prospettiva. Perchè chi governa un Paese deve coniugare i verbi al futuro e una tassa invece è un verbo al presente. Non serve far cassa, servono politiche ambientali che portino ad una mobilità differente soprattutto nelle città, fatte di alternative e trasporto pubblico che va incentivato, reso più economico per gli utenti, più efficiente. Servono investimenti sul rinnovamento degli impianti di riscaldamento. Piani di sviluppo seri della ciclabilità che oggi resta ancora al palo perchè nelle città in bici si muore, perchè molte amministrazioni sono ancora convinte che pedalare sia divertente, gradevole, uno sfizio da fissati e non si rendono conto invece che in molti Paesi europei muoversi in bici è più che una soluzione. Anzi, forse, è la soluzione. Serve cambiare il pensare, la cultura. Cominciare a capire che conta il comportamento di ognuno. Conta ogni cosa che si fa: come ci si muove, come si differenziano i rifiuti, cosa si compra, dove si spengono le sigarette…Perchè un’azione poi si moltiplica e diventano migliaia, milioni, fanno la differenza…Non si può continuare a rincorrere le emergenze . Anche perchè l’ Italia resta il Paese dell’Unione europea che segna il record di morti prematuri rispetto alla normale aspettativa di vita per l’inquinamento dell’aria. La stima arriva dal rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea): 84.400 decessi di questo tipo, su un totale di 491mila a livello Ue. Tre i “killer” sotto accusa per questo triste primato. Le micro polveri sottili (Pm2.5), il biossido di azoto (NO2) e l’ozono, quello nei bassi strati dell’atmosfera (O3). L’area più colpita in Italia dal problema delle micro polveri si conferma quella della Pianura Padana, con Brescia, Monza, Milano, ma anche Torino, che oltrepassano il limite fissato a livello Ue di una concentrazione media annua di 25 microgrammi per metro cubo d’aria. Ora di certo ci sarà chi avrà modo e maniera di interpretare anche questi dati. Di infarcirli di se, di ma, di fare come si dice sempre dei “distinguo”. Ci sarà chi dirà che trent’anni fa, venta’anni fa ma anche dieci anni fa la situazione era molto ma molto peggiore. Può darsi…Ma non è con un tassa che si migliora.