Maratona da record: a 70 anni finisce in 2 ore e 53 minuti
C’è sempre tempo. E se ormai, come hanno spiegato poche settimane fa alcuni ricercatori inglesi, il nuovo limite per la terza età può essere tranquillamente fissato a 75 anni, c’è allora chi quel tempo se lo prende tutto pronto a smentire qualsiasi pregiudizio. Gene Dykes è un distinto signore di Philadelfia che a settant’anni suonati ne dimostra almeno dieci in meno. Però ne ha settanta e da una dozzina di anni ha la “fissa” della corsa. Gare brevi all’inizio, poi più lunghe poi, come capita a tutti quelli che finiscono nel gorgo, mezze maratone e maratone intere. Più di una. Ma l’ultima in particolare corsa domenica in Florida a Jacksonville rimarrà nella storia. Dykes, sotto gli occhi ammirati di sua figlia Hilary, ha infatti stabilito il nuovo record del mondo di maratona riservato ai master 70. Un record vero che gli ha permesso di chiudere la fatica sotto le tre ore ( 2h54’23”) che sono un tempo da far invidia alla maggior parte dei giovanotti che si cimentano sulla distanza e poi “smargiassano” sui social. Dykes migliora così il suo precedente primato che era di 2h55’28 ma soprattutto migliora il record mondiale di 2h54’40 che apparteneva al canadese di origine britannica Ed Whitlock, una vera e propria leggenda, scomparso lo scorso anno e capace ancora ad 85 anni di correre la maratona sotto le quattro ore. Ed è stato proprio Withlock ad ispirare Dykes che è arrivato alla corsa a 58 anni quindi non prestissimo. Dopo aver corso la prima maratona in 3 ore e 29minuti un giorno, ad un convegno sui benefici dello sport in età avanzata, incontrò proprio il “rivale” canadese che gli spiegò come modificare la preparazione per migliorare le sue prestazioni. Detto fatto. Nel giro di pochi anni il nuovo recordman mondiale over 70 iniziò a limare minuti su minuti fino al record di domenica scorsa. Che ha tutta l’intenzione di migliorare ancora: “”A due miglia di distanza, ho iniziato ad avere piccoli crampi, non molto forti, ma ho iniziato ad avere difficoltà- ha spiegato al traguardo- Poi, quando mancavano appena 400 metri, ho avuto un fortissimo crampo, ho dovuto fermarmi e aspettare che sparisse. Non potevo neanche camminare quindi ho perso tempo prezioso…”