La Marcialonga della tenacia e del riscatto
La Marcialonga che parte domattina da Moena quest’anno racconta un’altra storia. Anche se quarantasei edizioni che sono l’epica dello sci di fondo bastano e avanzano per scrivere la leggenda sportiva. Ma quest’anno la storia è un’altra perchè la Marcialonga forse non si doveva neanche correre. Queste terre si stanno ancora leccando le ferite delle alluvioni che le hanno devastate non più tardi di qualche mese e, come sempre più spesso accade ormai sulle montagne da qualche anno, la neve non c’era. Quindi si poteva passare oltre. Quindi si poteva tranquillamente dire che le priorità erano altre, che l’emergenza non era ancora rientrata, che innevare era davvero troppo complicato e troppo costoso. Già, si poteva. Da qualche altra parte forse, non qui dove la gente è abituata più a rimboccarsi le maniche che a piangersi addosso. Così la Marcialonga numero 46 diventa l’esempio di come, proprio nei momenti di difficoltà, si debba avere il coraggio di pensare in grande, di guardare avanti, di rilanciare e scommettere anche se sembra un azzardo. Anche se sembra una follia innevare 70 chilometri di percorso spendendo ( anzi investendo) come hanno spiegato gli organizzatori 3mila euro a chilometro. Ma alla fine i conti tornano. Tornano perchè la Marcialonga si porta in dote 7.500 iscritti che vengono da queste parti accompagnati e si fermano prima e dopo. Si porta in dote oltre cinquemila stranieri, una folla di appassionati, di campioni e tante immagini che faranno il giro del mondo e ricorderanno, ai pochi che ancora non lo sapessero, la magia di queste terre e di uno sport che permette di scoprile. Domattina alle 7.50 si parte. Al via ci saranno anche quattro ori olimpici: Antonio Rossi, plurimedagliato nella canoa e oggi sottosegretario della Regione Lombardia, formerà un poker olimpico d’eccezione insieme a Jury Chechi (ginnastica), Cristian Zorzi (sci di fondo) e Paolo Bettini (ciclismo). I quattro, che hanno reso grande l’Italia nel mondo conquistando ai Giochi nel complesso undici medaglie (6 d’oro, 2 d’argento e 3 di bronzo), correranno per promuovere la Val di Fiemme, indicata nel dossier della candidatura Milano-Cortina per i Giochi invernali del 2026 come sede per le prove di sci nordico, salto e combinata nordica. E questa è un’altra scommessa ancora.