“Correre”: calano i maratoneti
“Carta canta”: calano i maratoneti. E se a dirlo è la classifica della rivista Correre che il suo “ostinato” direttore Daniele Menarini propone ogni anno in edicola con somma gioia e curiosità di questo mondo di faticatori sognanti, c’è da crederci. Calano dopo quasi un lustro di crescita continua e calano di un bel po’, di un 4 per cento che non è solo un numero o una percentuale ma forse anche un segnale da non prendere sottogamba. Sono stati infatti 37.874 gli italiani che lo scorso anno hanno portato a termine almeno una maratona, 1586 in meno rispetto al record assoluto del 2017 quando al traguardo erano arrivati in 39.460. Il censimento di Correre in edicola da giovedì dice però anche tante altre cose. Ad esempio che la flessione riguarda soltanto gli uomini (scesi a 31.002 rispetto ai 32.755 del 2017) e non anche le maratonete italiane che al contrario continuano ad aumentare ininterrottamente dal 2013: nel 2018 le signore all’arrivo sono state 6.871 . E dice soprattutto che i maratoneti italiani amano sempre di più gareggiare all’estero. Cresce infatti il cosiddetto “run&trolley” cioè il numero di chi si iscrive a gare straniere soprattutto a New York ( 2.983 italiani), a Valencia ( 1.870), a Berlino ( 1.019) e a Parigi ( 736). Presenze nostrane sono comunque rintracciate in 126 maratone nel mondo, tanto per non smentire la nostra fama di santi e di navigatori… In Italia Roma rimane la maratona più frequentata con i suoi 11.675 classificati, anche se in calo rispetto ai 13.304 del 2017. Alle spalle i piazza di nuovo Firenze (25 novembre) con 7.606 arrivati (8.438 nel 2017) e cresce Milano che passa dai 5.300 del 2017 ai 5.556 dell’8 aprile 2018. Venezia soffre per l’acqua alta e porta al traguardo 4.915 finisher rispetto ai 5.905 della precedente edizione. Fine. Anzi no perchè ciò che i numeri non dicono forse un po’ si può provare ad immaginare perchè se i maratoneti calano un motivo ci sarà. E allora sarebbe il caso di cominciare a farsi qualche domanda sui prezzi dei pettorali, su organizzazioni non sempre all’altezza, su bandi allestiti forse con troppa fretta o colpevoli ritardi, su procedure di iscrizione sempre più complicate e contorte, sulla voglia di correre con meno vincoli magari in qualche trail nel silenzio dei boschi e non tra gli automobilisti che strombazzano e sulla mai sopita esterofilia degli italiani che li spinge verso maratone che però hanno numeri e fascino. Che poi uno ci mette un attino ad abituarsi alle belle cose…