Strade bianche, antica fatica
Strade bianche. Con i sassi che schizzano sotto i copertoncini , sotto i tubolari che si scollano per chi vuol correre come una volta. Strade bianche come una primavera che sta per arrivare, stagione di una stagione che entra nel vivo con la classica di Siena che è un po’ la nostra Roubaix o il nostro Fiandre. Strade bianche che sono il film di un ciclismo che potrebbe essere ancora in bianco e nero ma che è diventato business. Che appassiona, fa discutere. Strade bianche, quelle del senese, del Chianti, di Gaiole dove tutto è cominciato come idea di ciclismo antico e rivoluzionario che sta tornando moderno. Strade bianche come una volta non solo per chi pedala per passione ma anche per i professionisti che sui pedali sudano per mestiere. Sabato al via a difendere il titolo conquistato lo scorso anno ci sarà Tiesj Benoot. Ma non solo lui. Ci sarà il vincitore dell’ultimo Tour de France, Geraint Thomas, ci sarà Vincenzo Nibali, due vincitori delle passate edizioni Moreno Moser e Zdenek Stybar con il compagno di squadra Julian Alaphilippe, il Campione Olimpico Greg Van Avermaet, l’ex Campione del Mondo di ciclocross e terzo lo scorso anno Wout Van Aert solo per nominarne alcuni. E poi domenica ci saranno tutti gli altri. Gli amatori. Una truppa di 5mila pedalatori pronti a sporcarsi le ruote su quei 140 chilometri con 8 tratti di sterrato.Sullo stesso identico percorso affrontato dalla gara donne si svolgerà domenica la Gran Fondo. Tra di loro anche un drappello del Team Sky: Gianni Moscon, Leonardo Basso ed i direttori Sportivi Matteo Tosatto e Dario David Cioni. Altra storia che profuma di tempi andati per ricordare che il ciclismo è più passione che mestiere. Fatto di chilometri chilometri che andrebbero corsi con le vecchie maglie di lana, altrochè body. Chilometri dove il cambio elettronico è solo un impiccio. Dove la squadra conta ma la differenza la fa chi in bici sa fare, osare e carambolare. Dove la fatica torna ad essere antica. Come usa nel ciclismo. Come sempre. Ma qui un po’ più che altrove…