Correre ai Caraibi dove la fatica non esiste
Il sole, le palme, il mare cristallino e le spiagge: i Caraibi sono così. Anche a Santo Domingo dove si corre ormai da qualche tempo la 100 chilometri del Caribe. Se ne corrono due per la precisione: una pochi giorni fa, quella “non stop” giunta alla seconda edizione e che ha avuto come testimonial Giorgio Calcaterra e quella in cinque tappe arrivata ormai alla sesta edizione. La sfida andata in scena il 9 e il 10 marzo scorso è una competizione in semi-autosufficienza che porta gli atleti a misurarsi su un percorso con un’altitudine media di 1460 metri e a superare un dislivello di oltre 320 metri. Non una sciocchezza. Una sfida tosta che però diventa poesia quando si corre sui fantastici tracciati dominicani dove la fatica non esiste… Come racconta Silvana Lattanzio, collega del mensile Triathlete, che lo scorso anno questa gara l’ha anche corsa.
Una gara bellissima questa della 100 km del Caribe non stop, che si svolge nel Parco Nazionale Villa Nueva, nella Repubblica Dominicana, all’interno dell’isola dei sogni, quella del mare turchino e le palme sulla spiaggia. Aeroporto. Alla spicciolata ci si ritrova al check in per Santo Domingo, con scalo a Madrid. Ci si riconosce dalle magliette sportive ma anche e soprattutto dalle gambe: snelle, forti, nervose, e dallo sguardo, quello sguardo deciso e con la voglia di mangiare il mondo. Arriviamo a Santo Domingo, la città di Cristoforo Colombo, affascinante nella sua parte antica e in fermento nella sua parte moderna. Visitiamo la sua casa, la Cattedrale e i tanti localini affollati di gente, con musica dal vivo nella piazza centrale. Un po’ di turismo “normale” non ci farà di certo male. Il giorno dopo, transfer al Parco Nazionale Villa Nueva, luogo della partenza della competizione. Spartano l’albergo e il mangiare, qui si cambia aria: tappe di avvicinamento al wild. Presto a letto, domani si parte per l’impresa, che si svolgerà tra il 9 e il 10 marzo. Ore 6:30’ il via, fermento all’avvicinarsi dell’ora X: sotto l’arco della partenza si raggruppano alla spicciolata gli atleti, 93 in tutto, con l’aria un po’ preoccupata, assonnata, ma anche felici di trovarsi lì. Nell’aria la musica dell’inno nazionale a tutto volume paralizza il brulicare del via vai delle persone: tutti si fermano ad ascoltarlo con rispetto e una mano sul petto. Bisogna esserci per capire che elettricità, adrenalina, fermento, paura, grinta, determinazione, avventura si respirano. Sì, tutto questo e molto altro c’è nell’aria alle prime luci dell’alba, quando i raggi di sole cacciano via il buio della notte. Ecco lo start. Emozione pura. Mano sul crono per farlo partire e che tutto vada per il meglio. Gambe nervose affrontano da subito una salita importante che poi spiana un po’ anche se non molla fino al 50° km. Poi è un saliscendi che comunque dai 394 m della partenza porta a 2.450 per poi ridiscendere a poche centinaia. Per quasi 40 km gli atleti si trovano a correre sopra i 2.000 m, cosa rara qui in Repubblica Dominicana. Tanti i ristori, otto, e tutti free plastic: la manifestazione, infatti, è ecologica, con un occhio al bene dell’ambiente e così non usa le micidiali bottigliette di plastica monouso ma fornisce beveraggi solo nei personali bicchierini dei concorrenti. Tra i partecipanti, nomi d’onore quali Giorgio Calcaterra e Monica Casiraghi, campioni del mondo della 100 km, che però dovranno ritirarsi, nell’ordine, al 50° e al 26° km, per problemi fisici. Dopo aver corso nella foresta selvaggia, così selvaggia che questi luoghi sono stati il set naturale dove è stato girato il film Jurassic Park, arriva per primo sotto l’arco della finish line il belga Kris Clercckx, col crono di 11:01’, che abbassa di oltre un’ora quello dell’edizione precedente. Prima tra le donne e 2^ assoluta, Katia Figini chiude la sua prestazione con 11:04’. Questi sono i campioni, quelli che tagliano il traguardo col sorriso (o quasi) sulle labbra, ma poi gli arrivi si susseguono per tutta la notte, fino alle 6:30’ del mattino, orario limite di 24 ore per concludere la manifestazione. Ed ecco arrivare anche le retrovie, quelli con la faccia tirata e l’andatura claudicante, ultima una signora giunge alle 6:29’, un solo minuto prima del termine ultimo. Servizio massaggi e ristoro ritempranti per tutti. La kermesse si conclude con le premiazioni dei vincitori da parte del Ministro dell’ambiente della Repubblica Dominicana.
Silvana Lattanzio
Foto: Pierluigi Benini