Fidal: “Non cancellate la pista d’atletica. Vale una biblioteca…”
La Fidal scende in pista per dire no a un progetto di ristrutturazione che di fatto cancella le corsie dell’impianto di Pero, un comune alle porte di Milano. La pista di atletica del centro sportivo Gianni Brera rischia di essere cancellata da alcuni campi per il paddle, la nuova formula «tascabile» del tennis e da un bar-ristorante che sorgerebbe proprio dove oggi ci sono le corsie. La notizia è nota e, qualche settimana fa, è arrivata agli onori delle cronache proprio sulle pagine del Giornale.
Il Comune di Pero procederà infatti con la procedura di gara per la riqualificazione del malmesso centro sportivo eredità di mondiali di Italia ’90 nonostante le proteste di importanti società sportive che utilizzano la pista per gli allenamenti dei loro ragazzi, di alcuni istituti scolastici, di un comitato di residenti e ora anche della Fidal, la Federazione italiana di atletica leggera. Il progetto presentato dalla giunta comunale non è stato condiviso con le associazioni sportive secondo il presidente lombardo Gianni Mauri e penalizza in particolare quelle realtà agonistiche di atletica leggera che la utilizzano da sempre.
Il Comitato Regionale Fidal Lombardia quindi si schiera per difendere un impianto che su cui si allenano quotidianamente decine di ragazzi delle scuole, tanti amatori e tre importanti realtà agonistiche come la storica società Riccardi, la Dds triathlon di Settimo milanese e la High Performance Triathlon Squad 7Mp, con atleti che si preparano per le Olimpiadi di Tokio 2020. «Riteniamo che la strada da prendere sia un’altra- spiega Mauri- una pista di atletica ha la stessa valenza di una biblioteca, sede di valori e palestra di educazione. Il Comitato Regionale non condivide questo progetto ed è pronto a valorizzare l’impianto anche con iniziative tecniche di respiro significativo».
Nel progetto, che prevede la sistemazione dei due campi da calcio, delle tribune e degli spogliatoi, la pista circolare esistente di 400 metri con otto corsie e pedane per salti e lanci non c’è più e lascerebbe il posto a una rettilineo di soli 100 metri, a un ristorante bar, ad alcuni campi da paddle e beach volley. Scelte. Scelte però in tanti contestano, tant’è che è già nato un comitato in difesa della pista e che vede l’opposizione sulle barricate. Anche perchè questa struttura è una ricchezza per tutta la comunità di Pero e non solo visto che in questa zona solo Arese e Rho hanno una pista di atletica e quella milanese più vicina è a oltre dieci chilometri.
A complicare la questione c’è il fatto che a Pero si voterà per le Comunali a maggio. Riccardo Ursini è tra i fondatori del Comitato «per la riqualificazione e il mantenimento della funzione pubblica del Centro sportivo» ed è candidato per il centrodestra alle prossime elezioni. «Il mio però – spiegava pochi giorni fa al Giornale – è un interesse più civico che politico. Correvo su quella pista e ci corrono i miei tre figli. Il progetto scelto dalla giunta non prende in considerazione le esigenze degli utilizzatori. Nella decisione non sono stati coinvolti né i cittadini né chi li rappresenta, i consiglieri. Di fatto l’opposizione è tutta contraria».