bardoTrentasei.  Trentasei edizioni che sono un pezzo di storia del triathlon, almeno la nostra. Che sono migliaia di atleti che si sono tuffati a Bardolino, che hanno pedalato e corso. Facce da campioni, campionesse, facce di semplici appassionati, facce che sono venute e tornate, facce soddisfatte per il solo fatto di poter dire io c’ero, ci sono stato e sabato ci sarò.  Trentasei volte per il Volkswagen triathlon che dopodomani saranno più di 1600 atleti al via e “saranno 22 nazioni rappresentate” come annuncia con il giusto orgoglio il patron Dante Armanini, l’organizzatore di sempre, che ha fatto diventare questa gara una classica,  come la Sanremo per il ciclismo, come Wimbledon per il tennis….Un evento che oggi è inserito nel circuito europeo “Triathlon race of nation” con gare in Austria (Zell am See)  il 27 luglio e sul lago di Bled in Slovenia il 7 settembre. Trentasei anni fa era il due settembre del 1984 quando da piazza Bra a Verona partivano i primi 69 triatleti italiani. Un piccola truppa d’assalto, abbastanza improvvisata e proveniente da altri sport che per la prima volta forse provava a mettere tutto insieme. Un circuito di otto chilometri, con l’Arena sullo sfondo, e poi via in bici  attraverso la Valpolicella fino sul lungolago Mirabello a Bardolino. E qui ci si tuffava seguendo il tracciato delle boe e delle barche fino a punta Cornicello per poi tornare nel porticciolo di piazza Amedeo di fronte all’Enoteca. Forse non era esattamente così ma le pagine dei giornali locali  titolavano con grande entusiasmo: “Verona tiene a battesimo il Triathlon in Italia…”. E ancora: ” Esplode a Verona la febbre del triathlon”. Trentasei anni fa. Roba da pionieri poco griffati e tanto coraggiosi. Roba da bici in acciaio, da calzoncini e magliette come capitava altro che carbonio, body e mute galleggianti. Forse non cominciò davvero tutto da Bardolino certo è che Bardolino fu uno dei primi appuntamenti importanti per chi aveva deciso che correre, pedalare e nuotare dovevano essere uno sport solo. Da fare tutto in una volta per raccogliere gli applausi di chi, sul ciglio delle strade, applaudiva con l’aria un po’ perplessa pensando davvero che quei 69 coraggiosi fossero tutti un po’ matti. Va sempre così quando non si conoscono le cose. E trentasei anni fa il triathlon lo conoscevano in pochi. Pochi affezionati che però si divertivano come si divertono quelli che faticano oggi. Per la cronaca, come scriveva Silvio Cametti sul Giornale del Nuoto ,  il primo al traguardo fu Gianpaolo Cantoni, un pallanuotista che però correva forte e se la cavava anche in bici. Alle sue spalle due nuotatori: Roberto Olmi e Alberto Guerrini. E al sesto posto quel Dante Armanini che ancora oggi è cuore, mente e anima di questo triathlon. Una vita fa. Che però continua.