Ferie in bici o sotto l’ombrellone?
Dipende…”Ma tu in ferie corri o ti piazzi sul lettino in riva al mare e dormi?”. Due scuole di pensiero, due modi di intendere le ferie, probabilmente due modi di vivere. E così c’è chi parte con scarpe, pantaloncini e canotta o addirittura con la bici da corsa e chi invece la borsa la lascia a casa sulla panca in giardino. E stacca. Per la vacanza è il momento migliore per godersi un allenamento magari in riva al mare o sulle salite di qualche montagna senza dover centellinare il tempo e senza l’incubo di dover tornare al lavoro qualche ora dopo. E’ sempre piacevole e dà la sensazione di fra meno fatica correre in posti che non si conoscono, arrampicarsi su salite mai fatt, tornare in spiaggia dopo un duro allenamento e tuffarsi in mare. E c’è anche chi in vacanza ci va direttamente in bici . Viaggiare in bici è un modo per prendersi una pausa. Si va più lenti, senza fretta, sulle strade meno battute in assoluta libertà, cambiando i ritmi perché è facile fermarsi e ripartire. La vacanza è il viaggio stesso, con il suo scorrere silenzioso e paziente, con le deviazioni inaspettate, con le mappe che spesso si perdono, con le soste impreviste perché si incontra un borgo, una trattoria, uno scorcio che merita una foto. Con il sole, con la pioggia, con gli imprevisti perché capita (eccome se capita…) di forare e di riparare, di sporcarsi le mani di grasso, di dovere fare i conti con qualche bullone che si allenta, di dovere metter mano a brugole e cacciaviti. Sui percorsi ciclabili sono spuntate le prime stazioni di sosta dove è possibile fermarsi, mangiare, riparare e dormire. Vecchie case cantoniere, locande, ostelli, piccole stazioni, caselli idraulici recuperati e pronti per diventare strutture turistiche per chi viaggia su due ruote. Dalla Romagna alle Dolomiti, dall’Umbria alla Lombardia stanno aumentando i chilometri segnati, le ciclopedonali e sono sempre di più e i vecchi tragitti delle linee ferroviarie dismesse si trasformano in percorsi. Tanti gli esempi: in Calabria la ex ferrovia Crotone-Petilia Policastro, alla scoperta della biodiversità del Marchesato crotonese, in Lombardia i dodici chilometri della Saronno-Seregno, la Arcisate-Stabio o il tratto lungo la linea Varese-Porto Ceresio dove si può ammirare la bellezza della valle della Bevera. E ancora in Umbria i 51 meravigliosi chilometri della Spoleto-Norcia restaurati e recuperati dopo quasi mezzo secolo di abbandono e in Veneto il tratto costruito dall’esercito nel 900 per trasportare le truppe da Treviso fino ad Ostiglia nel Mantovano.