Finito il Tour è finita l’estate…
Manca la telecronaca che fa da sottofondo ai caldissimi pomeriggi di luglio, a un’estate che nelle ore più calde si concilia bene con il lento andare del gruppo. E un po ti culla, ti accarezza in attesa che la corsa si infiammi. Ti godi tutto. I paesaggi francesi, le campagne, le case, la gente sulle strade che aspetta, applaude, dà un senso alla sua giornata. Ti godi la corsa, le tappe piatte e inutili, gli sprint, le salite. Anche le polemiche. Cosi finito il Tour, dopo le vittorie di Sagan, di Viviani, di Nibali, dopo l’accecante maglia gialla di Bernal provi a scanalare cercando una kermesse o anche una replica ma su Raitre c’è solo film western di una quarantina di anni fa. Restano il vuoto e i pomeriggi da riempire. Il Tour, sopratutto quando sei in vacanza, è un rito pomeridiano. Come il te per gli inglesi. Due ore che danno un senso a una giornata che , in una Sicilia calda e meravigliosamente assolata, comimncia la mattina all’alba quando ci si alza per pedalare. Da Porto Palo a Mazzara, oppure a Santa Margherita di Belice fino a Pazzana e Santa Ninfa sulle tracce di un Giro d’Italia che resta ancora ben impresso sull’asfalto con il tifo scritto per Nibali e Puccio. Si pedala mentre c’è un mondo che va in spiaggia e non capisce che senso abbia arrampicarsi all’interno per far fatica dove non c’è neppure l’ombra di un ombrellone. E l’estate vola via così. Tra una pedalata e l’altra, un tuffo e le tappe del Tour. Che scandiscono i giorni, il tempo che passa. Che fissano una stagione che comincia con il Giro e si chiude sui campi Elisi. L’ultimo sprint spazza via tutto. Porta via anche un po’ d’estate. Per molti l’estate comincia adesso. Per chi viaggia in gruppo è già finita…