E’ cieco: scalerà il Bianco
Salirà sul Monte Bianco ad occhi chiusi ma non per scelta, non per aggiungere difficoltà a difficoltà, non per farsi notare. Salirà sul Bianco ad occhi chiusi perchè David Labarre, 31 anni, alpinista di Tolosa, è cieco dalla nascita a causa di una retinite pigmentosa. Partirà a fine mese perchè lo sport è la sua vita e perchè non hai mai voluto rinunciare alle sfide e all’avventura diventando anche campione di calcio paralimpico e testimonial di molte iniziative benefiche rivolte ai bambini ricoverati per incoraggiarli nella guarigione. Il francese ha già alle spalle diversi record: nel giugno 2018 ha scalato in 6 ore 45 il picco di Aneto, vetta dei Pirenei a 3404 metri, mentre lo scorso inverno ha fatto un trekking in solitario di 213 chilometri tra Carcassone e Aspet oltre ad aver scalato diversi edifici urbani. Ora tocca al tetto d’Europa, il Monte Bianco, a 4809 metri e subito dopo il monte Albaron in Savoia sulle Alpi Graie (3637 metri) per realizzare un documentario che verrà ritrasmesso durante la maratona televisiva Telethon che raccoglierà fondi per la ricerca sulla distrofia muscolare. La partenza della spedizione è prevista per il 31 agosto con la scalata stabilita per il 7 settembre all’una di notte e l’arrivo programmato alle 9.30 di mattina. Labarre sarà accompagnato da due guide, un giornalista e due videomaker, che documenteranno la sua impresa e l’effetto del riscaldamento globale sulle vette. Nel frattempo una start up sta sviluppando un Gps per non vedenti per consentirgli di spostarsi in tutta autonomia, senza dover portare con sè le mappe in lingua braille. Si tratta di due bracciali che ad ogni crocevia vibreranno a destra o a sinistra per indicare al campione l’itinerario da seguire. Nel 2020 ha già in agenda due mesi di trekking sui Pirenei e niente meno che il Nepal con una vetta dell’Himalaya a 7500 metri. Ma ora tocca al Bianco. Per allenarsi Labarre ha trascorso diverse ore al giorno in palestra, con esercizi di potenziamento muscolare, e, con sorpresa dei suoi vicini di casa, anche facendo su e giù dalle scale del suo palazzo. «Salivo e scendevo i miei quattro piani 20 volte di seguito con un peso di 10 chili sulla schiena- ha raccontato a Le Parisien- E ciò mi ha permesso di migliorare il mio livello di vigilanza e la mia concentrazione in condizione di stanchezza. Comunque in montagna il mio corpo sarà sempre in una guaina di sicurezza poichè non vedo dove metto i piedi».