I trionfi del nuoto paralimpico? Bisogna farsi trovare pronti
“Pronto? Sono il papà di… mio figlio ha trovato il suo numero e ci chiedevamo se poteva fare nuoto. Certo, non pensiamo sia un fenomeno, pensiamo però che gli possa fare bene, il resto ha provato a farlo ma, per un motivo o per l’altro legato alla sua disabilità, fa fatica, ha solo 14 anni e l’acqua è stata consigliata un po’ da tutti fin da tenera età…”. “Certo che può fare nuoto! Ci vediamo domattina e lo buttiamo in acqua, poi se gli piace andiamo avanti… “. Detto fatto. Bisogna sempre farsi trovare pronti. Si decide al volo, contano le sensazioni. E forse il segreto del nostro nuoto paralimpico, della più sbalorditiva crescita sportiva che si sia mai vista, della vittoria ai mondiali appena conclusi a Londra e che ha visto gli azzurri portare a casa 20 medaglie d’oro, 18 d’argento e 12 di bronzo superando Russia, Gran Bretagna, Ucraina, Cina e Stati Uniti, è tutta qui. Bisogna sempre farsi trovare pronti. Bisogna esserci, fare, magari non delegare pensando che tocchi a un altro, a qualcuno, a chissà chi… Ma il concetto è un altro e non vale solo per lo sport e Max Tosin, uno degli allenatori azzurri, lo spiega alla perfezione in un post sui Facebook: “Una collettività è civile se risponde alla richiesta di un papà o di una mamma- scrive- ed è tanto più civile quanto più si fa trovare pronta, è un atto dovuto verso il quale non bisogna dire grazie…”. Così si cresce. Cresce una Federazione ma non solo la Federazione. “In tanti, in questi giorni dicono grazie a me, a Micaela Biava, Luca Cavaggioni, a Micaela Fantoni, alla polha e al suo presidente Daniela Colonna Preti- scrive il tecnico azzurro- In tanti ci chiedono come sia possibile. Le dinamiche e le sinergie sono molte: l’attività regionale specifica della Federazione resa viva da società sportive uniche per dedizione e passione, uno staff tecnico coordinato dal C.T. Riccardo Vernole che il mondo ci invidia, un Presidente come Roberto Valori, un segretario come Franco Riccobello di una capacità, professionalità e sensibilità uniche, fino alla collaborazione con la federazione italiana nuoto che esiste, che migliora ogni anno e che dovrà crescere per il bene di tutti i nostri ragazzi. Per non parlare del CIP e di quell’uomo straordinario che risponde al nome di Luca Pancalli. Tutti eccezionali. In mezzo a tutti questi grazie che si sentono però c’è il mio grazie più grande alle famiglie, ai papà e alle mamme che ti chiedono per i loro figli e che ci hanno dato la fiducia: grandi le mamme e i papà del nuoto paralimpico Italiano, siete voi, per primi, a scatenare la rivoluzione culturale che stiamo vivendo”. Tutto perfetto. Tutto come dev’essere quando lo sport è passione pura e diventa inclusione, riscatto, felicità e tante altre cose insieme che poi alla fine chissenefrega delle medaglie. Ma serve una scintilla per far deflagrare tutto questo. Serve aver sempre le antenne dritte. E allora: “Se vi capita una telefonata di un genitore che chiede qualcosa per il proprio figlio- scrive Tosin- beh, fatevi trovare pronti perché non si sa mai cosa può celare una telefonata. A noi sentire dirci bravi da tutto il mondo ci fa un estremo piacere e ci rende orgogliosi ma ringraziamo tutte quelle famiglie che ci hanno telefonato…”