“Mezza” della Via Pacis, al via anche il vescovo maratoneta
“Sant’Agostino insegna che cantare è pregare due volte. Non so cosa avrebbe detto se fosse stato un runner… Ma la corsa è un luogo di meditazione e di speciale disponibilità interiore. Ricordo di aver avvertito la forte consapevolezza della chiamata a seguire Dio in una corsa nel deserto forse perchè in quel un momento la mia vita era troppo rumorosa per sentirlo in qualsiasi altro posto…”. Monsignor Jean-Paul Vesco, 57 anni, francese, religioso domenicano, vescovo di Oran in Algeria, protagonista del dialogo aperto con il mondo musulmano, domenica a Roma sarà sulla linea di partenza con altri settemila podisti nella Half Marathon Via Pacis con la maglietta di Athletica Vaticana , la rappresentativa sportiva ufficiale della Santa Sede di cui fa parte. Correrà la mezza maratona interreligiosa insieme a 30 podisti vaticani tra cui guardie svizzere, gendarmi, rappresentanti dei diversi servizi della Santa Sede, prelati e anche suor Marie-Théo, religiosa domenicana francese. Al via anche Sara Vargetto, bimba di 11 anni con una grave malattia degenerativa che, con la sua carrozzina, è atleta “onoraria” della rappresentativa ufficiale della Santa Sede ed è diventata un vero e proprio simbolo per la sua capacità di superare ostacoli proprio attraverso lo sport. ” La corsa faceva parte della mia vita di studente all’Istituto Sainte-Marie nella mia città natale Lione- racconta monsignor Vesco– Gli inverni erano scanditi dal “cross country”, proprio nell’ambito della scuola cattolica, e il resto dell’anno dalle gare di atletica su pista. Ho persino pensato a me stesso come aspirante campione, atleta professionista… Poi ho preso altre strade…”. Prima come avvocato e poi come religioso domenicano. È stato ordinato sacerdote il 24 giugno 2001 e dopo gli studi all’École Biblique di Gerusalemme, si è trasferito in Algeria, a Tlemcen nella diocesi di Oran, dove ha cercato di rifondare la presenza domenicana sei anni dopo l’assassinio di monsignor Pierre Claverie, vescovo di Oran, avvenuto il 1 agosto 1996 nel ricordo anche dei sette monaci trappisti uccisi nella notte tra il 26 e il 27 marzo di quello stesso anno. Nominato vescovo di Oran il 1 dicembre 2012, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 25 gennaio 2013. “Da adulto la corsa ha fatto di nuovo irruzione nella mia vita e ho partecipato alla mezza maratona di Berlino e alle maratone di Lione, Parigi e New York dove, nel lontano 1989, ho ottenuto il mio record di 2h52′- racconta il vescovo di Oran- Ho scoperto che la motivazione che ti spinge a correre una maratona non è la competizione con gli altri ma è l’ascolto di te stesso. Oggi rimane in me la libertà di correre. La corsa è libertà perché trasforma qualsiasi percorso, anche urbano, in uno spazio ampio. Basta indossare le scarpe da runner perché l’universo interiore ed esteriore superi i propri limiti. Anche se ora non sono più un atleta, quando posso e quando le mie articolazioni lo permettono, mi piace correre e sono molto felice di appartenere alla rappresentativa podistica della Santa Sede, condividendone il senso. Trovo l’idea di Athletica Vaticana molto bella perché la proposta non è solo quella di correre, di praticare un sport insieme, ma anche di dare una testimonianza molto concreta di dialogo, di amicizia, di speranza e di pace attraverso la corsa. Con me non ha alcuna possibilità di salire sul podio ma è evidente che le “medaglie” che interessano non sono di metalli preziosi….”