Caro ministro giustifichi anche gli studenti che fanno sport
Assenti giustificati. Il neo ministro dellʼIstruzione Lorenzo Fioramonti ha inviato una circolare alle scuole invitandole a considerare giustificate le assenze degli studenti che venerdì scenderanno in piazza per seguire le iniziaitve di Fridays for future, il movimento ispirato da Greta Thunberg. “In accordo con quanto richiesto da molte parti sociali e realtà associative impegnate nelle tematiche ambientali- scrive il ministro- ho dato mandato di redigere una circolare che invitasse le scuole, pur nella loro autonomia, a considerare giustificate le assenze degli studenti occorse per la mobilitazione mondiale contro il cambiamento climatico perchè l’importanza di questa manifestazione è fondamentale per imparare a prenderci cura del nostro mondo”. Tutto molto bello…Anzi no . Fa piacere che il ministro Fioramonti si prenda a cuore le sorte di tanti ragazzi che scendono in piazza per difendere il (loro) mondo che verrà. Giusto evitar loro un’assenza ingiustificata, si cresce anche così, guardandosi attorno, e non solo studiando Pitagora o Cicerone. Però tanta “pelosa” comprensione ministeriale fa anche attorcigliare le viscere dalla rabbia se si osserva la questione da un altro punto di vista. Caro ministro Fioramonti i ragazzi crescono passando ore sui libri, andando in piazza a manifestare per il clima ma anche facendo altro. Ad esempio facendo sport. Che non è uno “sfizio” da lazzaroni o di studenti con poca voglia che cercano una scusa per imboscarsi, ma è passione, impegno, sono sacrifici assurdi di allenamenti quando gli altri studiano e ore di studio quando gli altri dormono. Sono albe con gli occhi gonfi di sonno, giornate di freddo e pioggia, pranzi fatti da un panino nello zaino e cene riscaldate perchè si rincasa tardi. Per loro, per chi studia e fa sport, nessuna giustificazione? No, quasi mai nessuna. Assenti se rientrando da una gara la domenica da chissà dove magari non si presentano. Assenti come se fossero stati indisposti, se avessero perso il bus o se avessero “bigiato” per andare a giocare a biliardino al bar. Per la scuola italiana lo sport non esiste, altro che portare crediti come succede negli istituti statunitensi e di mezza Europa dove gli studenti-atleti che portano prestigio vengono tenuti in palmo di mano. Da noi no. Da noi il lunedì dopo la gara, molto spesso ci sono una verifica o un’interrogazione in agguato. E così siamo al palo. Così ancora non siamo capaci di capire qual è la differenza tra attività sportiva ed agonismo. Ci sono professori, presidi che ancora non comprendono il valore dello sport. Che è innanzitutto cultura. Che è bagaglio che permette ai ragazzi di trasferire esperienze fondamentali nella vita di tutti i giorni come la capacità di sapersi programmare, organizzare, di sapere gestire le emozioni, di raggiungere gli obbiettivi. Permette di capire qual è il senso del lavoro: nello sport se uno si allena ottiene risultati così come a scuola se uno studia prende buoni voti. Infine lo sport spiega ai giovani che si può vincere ma si può anche perdere, che la sconfitta non è un dramma, anzi un punto da cui ripartire. Non poco. Ma per gli studenti che si fanno il “mazzo” su una pista d’atletica, in bici o su un campo da gioco non ci sono alibi, forse perchè non hanno tempo di scendere in piazza. Caro ministro giustifichi anche loro che magari se lo meritano un po’ di più…