CatturastyUn viaggio nella Loira pedalando con il marito e il figlio piccolo e scocca la scintilla. Un colpo di fulmine, la bici è così. Si monta in sella e spesso capita di non riuscire più a scendere. Capita di innamorarsi, di scoprire un pianeta, di trovare una via meno trafficata che porti anche a una nuova vita e a una nuova professione.

Per Ludovica Casellati, una laurea in legge e una lunga carriera manageriale in ambito comunicativo e mediatico nel Gruppo Mediaset e in Publitalia, è andata un po’ così. E allora al ritorno dalla Francia decide di lasciarsi un po’ tutto alle spalle per dedicarsi a tempo pieno a quelle che sono le sue due vere passioni: la scrittura e i viaggi. E la bici diventa il collante che tiene tutto insieme: «Si è un po’ così- racconta- Per me che sono nata e cresciuta a Padova la bicicletta ha sempre fatto parte della vita perché questa è una città a misura di bici e ed è normale pedalare in città, normale considerarla un mezzo di trasporto.  Ma quella vacanza nella Loira, con mio marito e mio figlio piccolo trasportato nel carretto, che arrivava dopo un periodo lavorativo che mi aveva costretta a cambiare città mi ha aperto un mondo. Che poi è diventato anche il mio nuovo mondo professionale».

Un anno dopo, nel 2013, la Casellati fonda infatti il magazine online viagginbici.com, un sito ce si occupa di mobilità ciclistica e di viaggi su cui qualche mese dopo scrive il primo articolo. È solo l’inizio perché il portale decolla ed oggi è un punto di riferimento del cicloturismo nel nostro Paese. Inizia una nuova vita da giornalista su due ruote che la porta ad organizzare tra le altre cose l’Oscar italiano del cicloturismo con Cosmobike Show e l’Urban Award con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci). Non solo. Due anni fa, «Ladybici» come ormai viene chiamata la Casellati in rete, lancia luxurybikehotels.com, il portale dove raggruppa gli hotel che offrono servizi di lusso ai ciclisti e recentemente ha anche pubblicato «L’ABiCi della felicità», un libro che è un vero e prprio Abc delle due ruote e del ciclista slow con consigli per pedalare, per viaggiare, per gli acquisti e per coinvolgere familiari e amici.

Ruota tutto o quasi intorno al viaggiare in bici che è un modo nuovo per fare vacanza ma anche per prendersi una pausa. Si va più lenti, senza fretta, sulle strade meno battute in assoluta libertà, cambiando i ritmi. La vacanza è il viaggio stesso, con il suo scorrere silenzioso e paziente, con le deviazioni inaspettate, con le mappe che spesso si perdono, con le soste impreviste perché si incontra un borgo, una trattoria, uno scorcio che merita una foto. Con il sole, con la pioggia, con gli imprevisti perché capita (eccome se capita…) di forare e di riparare, di sporcarsi le mani di grasso, di dovere fare i conti con qualche bullone che si allenta, di dovere metter mano a brugole e cacciaviti.

«La bici è democratica– racconta la Casellati- e poi fa bene perché quando si sale viene da sorridere, e si scaricano le tensioni. Viaggiare con la famiglia poi è speciale. Si crea un’atmosfera particolare che cambia completamente la dimensione del viaggio che, soprattutto per i bambini, diventa parte divertente della vacanza. E poi il viaggiare lento permette di godere con più tranquillità dei luoghi, permette di scoprire locali e sapori che, per chi come me è goloso, diventano il valore aggiunto di una gita».  Pedalare e viaggiare. Pedalare per una nuova forma di vacanza che all’estero è già una realtà e anche in Italia lo sta diventando. Sulle Dolomiti, nel Prosecco, in Piemonte, in Sardegna e in Abruzzo o nelle Marche come sulle vie classiche dell’Austria con la ciclopedonale sul Danubio da Lienz a Vienna o con il giro del lago di Costanza. Oppure in Belgio con l’imperdibile giro della Fiandre o in Germania seguendo il corso del fiume Altmuhl in Baviera da Gunzenhausen a Regensburg oppure in Spagna da Valencia ad Alicante in un tragitto di costa tra mare.

Ci scommettono in tanti. Sempre di più. Aumentano i privati che puntano su un turismo che funziona e che rende e così molti agriturismi diventano «amici dei ciclisti», molte strutture puntano sull’accoglienza alle due ruote.  Ma aumentano anche gli hotel che diventano bike-hotel, tanti di lusso: «Con il progetto editoriale Luxurybikehotel.com- spiega Casellati- ho voluto aprire una finestra proprio su questo mondo raggruppando in un sito l’offerta di quasi 30 alberghi a quattro-cinque stelle che oltre ai comfort classici che offrono normalmente ai loro clienti garantiscono una serie di servizi di alto livello dedicati a che fa le vacanze pedalando». Si va dalla bike room chiusa dove i clienti possono lasciare in sicurezza le loro bici, alla lavanderia dedicata dove lavare gli indumenti sportivi quando si arriva. Da una sala attrezzi per il lavaggio e la manutenzione delle bici alla possibilità di avere colazioni molto presto la mattina o menù pensati per chi fa sport. «Non solo- continua Ladybici- Chiediamo a questi hotel che sono inseriti nel portale di predisporre un noleggio e-bike che è sempre più richiesto e un servizio di guide che possano accompagnare i clienti su percorsi che abbiano valenza culturale e, perchè no?, gastronomica…». Perché pedalare non è sempre sudore e fatica.