simo“Gli atleti paralimpici sono  atleti e basta…”. Simone Barlaam , 19 anni, nuotatore azzurro  che agli ultimi campionati del mondo di nuoto a Londra ha vinto cinque ori e un argento ma soprattutto ha firmato il primato del mondo nei 100 metri stile libero e nei 100 metri dorso, parte da qui. Parte dal fatto che tra studio, allenamenti, gare e trasferte si fa un “mazzo così…”, esattamente come gli altri e più degli altri perchè nello sport, nella vita. ovunque, nessuno ti regala nulla e ciò che arriva te lo devi andare a prendere. Anche l’Ambrogino, la massima onorificenza milanese, che stamattina al Teatro dal Verme di Milano ha ricevuto dalle mani del sindaco Giuseppe Sala.  “Premiato per aver dato con le sue vittorie un contributo speciale alla città, orgoglio per il Paese e vero esempio per le giovani generazioni” recita la motivazione di Palazzo Marino.  Ma premiato soprattutto perchè non si è fermato di fronte alle difficoltà,  perchè non si è arreso a quell’ ipoplasia congenita  del femore destro che lo ha costretto ad affrontare un calvario di 12 interventi chirurgici. Perchè nonostante tutto ha tirato dritto. Ora la storia è un’altra e Barlaam se l’è scritta quasi tutta da solo, anche se alle nostre latitudini lo sport paralimpico resta ancora troppo spesso “paralimpico” quasi fosse di un’altra dimensione, da specificare, da declinare, da valutare con altri premi, altri cronometri , altre classifiche.  “A Londra e non solo a Londra- aveva raccontato Barlaam subito dopo i  suoi trionfi mondiali-  gli atleti paralimpici sono dei testimonial, sono dei portatori di valori e e di messaggi positivi e forti. Basta guardarsi attorno, basta prendere la metropolitana e vedere tutte le stazioni tappezzate con i loro volti e con  lo slogan “Venite ad ammirare l’impossibile”. Loro l’hanno capito tutto più degli altri e prima degli altri: su Channel 4 ci sono tutte le gare in diretta, la gente ha fatto la fila per comprare i biglietti, nessuno si sognerebbe mai di guardare un atleta paralimpico con compassione…”. Pian piano le cose cambiano. E per fortuna cambiano anche da noi. Molto grazie a chi lo sport ce l’ha nel cuore e lo promuove, ne sostiene le politiche, lo divulga. Moltissimo grazie a questi ragazzi che, come Simone Barlaam, ormai hanno raggiunto livelli e presatzioni assolute. Il resto verrà da sè e qualcosa si muove. E’ di poche settimane fa la prima Barbie schermitrice ispirata da Bebe Vio,  è di oggi l’Ambrogino a Simone Barlaam. Che non è un premio come gli altri, non è un atto dovuto o politicamente corretto. E un premio alla tenacia ma soprattutto è  il segno che finalmente stiamo arrivando…