Atleti, occhio al peso
Santificare le feste spesso mangiando. Poi si fanno i conti con la bilancia che in questi giorni, soprattutto per chi fa sport, è un giudice inflessibile. Il peso per gli atleti di ogni levatura, dai campioni all’ultimo dei tapascioni , è un parametro da tenere in grande considerazione. Sia per quanto riguarda le prestazioni perchè un chilo in più incide parecchio quando si pedala o quando si corre, sia per il benessere fisico in generale. E non significa nulla il fatto che ci siano amatori in sovrappeso ma comuque capaci di buone prestazioni sportive. Si può fare ma non si dovrebbe, vale per tutti ma soprattutto a una certa età. E così quando gli atleti amatori sono avanti negli anni l’attenzione al peso e alla loro alimentazione deve essere maggiore. Sembra ovvio ma in realtà non lo è perchè spesso chi fa sport concentra la sua attenzione sulla prestazione fisica e meno sulla sua condizione fisica. E’ così è un falso scientifico quello che gli anglosassoni chiamano ‘fat but fit”, indicando una persona grassa che tuttavia è in grado di sostenere con buone performance uno sforzo fisico. A mettere in dubbio il concetto, lanciando un monito a chi pensa di farla franca compensando con una vita attiva gli effetti negativi dei chili di troppo sulla salute, è uno studio svedese pubblicato qualche tempo fa sull’ International Journal of Epidemiology. Il risultato non è da sottovalutare perchè l’obesità, secondo i ricercatori svedesi, sarebbe più pericolosa della pigrizia. Essere patologicamente sovrappeso, in altre parole, cancella i benefici salvavita dello sport, benché i danni della vita sedentaria siano ben documentati e reali. Analizzando il concetto di ‘fat but fit’, i ricercatori hanno osservato che gli uomini normopeso, indipendentemente dal livello di fitness, avevano un rischio di morte inferiore rispetto ai maschi obesi che vantavano le performance aerobiche più alte concludendo che “ i vantaggi di un elevato fitness aerobico si riducono con l’aumento del grado di obesità, fino a scomparire negli obesi gravi”.