Il senso intimo dello sport
Una strada innevata, un freddo cane, le foglie ghiacchiate che scrocchiano sotto le ruote e un silenzio assoluto che trasforma l’argine del Ticino in uno spazio metafisico dove la realtà è ciò che vuoi tu. Finalmente. Il senso più intimo dello sport è quello che ti tieni dentro. Senza troppi selfie, senza smartphone, senza squilli di trombe. E’ quello che fai per te: roba tua. Tua la gioia, tua la fatica, tuoi i chilometri, salite, discese, pioggia e fango quando capita. E capita. Il senso più intimo dello sport è la tua storia, il tuo presente che cambia di giorno in giorno, di anno in anno. L’aspettativa che si trasforma, che diventa qualcos’altro, diventa ciò che vuoi tu. Cambiano le sfide e gli avversari se mai ce ne sono stati. Cambiano le velocità e le distanze. Cambia un po’ anche la filosofia, perchè lo sport è soprattutto una filosofia che mette a posto un sacco di cose, di casini quotidiani, di pensieri, di “rogne”. E allora svaniscono come d’incanto le gabbie, le griglie, i chip che non servono più. Non sono più necessari perchè la fatica e la voglia di farla non hanno bisogno di essere misurate. Si va a sensazione e non ci si prova neanche più a fermare il tempo. Niente classifiche, niente cronometri, si arriva quando si arriva ed è il tempo giusto. Senza tagliare, senza cercare scorciatoie che non servono perchè poi i conti li fai tu ed è ovvio che non tornano. A pane e acqua, rallentando con gli anni, un po’ più tranquilli per non sembrare presuntuosi e patetici e perchè la ubris è un peccato di quelli che si pagano a caro prezzo, il peggio che si possa fare per inimicarsi gli dei. E allora testa bassa e pedalare come sempre. Magari non più in gruppo, in direzione ostinata e contraria ma senza esibirsi, senza fare gli sbruffoni, tosti come sempre. Però un po’ più saggi come chi conosce le salite, l’unica sfida, quella che vale, dove s’incrociano gli sguardi e dove resti sempre solo con le tue gambe. Forza e pazienza. Fiato e tenacia che non hanno tempo e non hanno età. Fino in cima e fino alla fine perchè in fondo basta avere e pazienza e si arriva. Basta aver chiara la via, proprio come spiega Haruki Murakami:. “Una volta usciti dalla prima giovinezza, nella vita è necessario stabilire delle priorità. Una sorta di graduatoria che permetta di distribuire al meglio tempo ed energia. Se entro una certa età non si definisce in maniera chiara questa scala dei valori, l’esistenza finisce col perdere il suo punto focale, e di conseguenza anche le sfumature.”