No al campionato italiano di ciclocross per atleta disabile
Daniele Peschi ha 16 anni, ed è un atleta di ciclocross con disabilità mentale. Grazie al sostegno della sua guida, Vanessa Casati ( con lui nella foto) ha preso parte a diverse gare in Italia. “Ora però la Federazione ciclisti italiani gli nega la possibilità di iscriversi al campionato italiano di ciclocross 2020. Daniele, grazie al ciclismo, si è illuminato di nuova luce, superando i suoi limiti. Chiediamo alla Federazione di dargli una possibilità…”. E’ la petizione indirizzata alla federazione sportiva proprio da Vanessa Casati, attraverso la piattaforma Change.org che ha già raccolto oltre 20.150 firme. Daniele, si legge nel testo della petizione, “ha preso parte a tutte le tappe del Giro d’Italia ciclocross, vestendo la maglia rosa nella sua categoria. Corre ogni settimana nelle gare di ciclocross grazie all’impegno del suo team. “Ora – racconta Vanessa Casati su Change.org – per qualche astruso regolamento della federazione ciclisti italiani a Daniele e a me, che sono la sua guida, viene negata la possibilità di iscriversi al Campionato italiano di ciclocross 2020. Stanno trovando mille paletti, nonostante anche l’organizzazione sia disposta ad inserire una gara promozionale per giovanissimi, per farlo partecipare proprio come tutti gli altri”. “Daniele è entrato nel cuore di tutta la famiglia del cross, è un ragazzo educato, sta migliorando tantissimo sia nella guida della bici che nell’approccio con le persone, in questi anni da timido e introverso, si è letteralmente risvegliato grazie al ciclismo, superando limiti che per lui qualche anno fa erano ostacoli insormontabili. Farlo partecipare dovrebbe essere un gran segnale di umanità e apertura”. La federazione italiana ciclismo risponde e spiega in una nota: “Riguardo la possibilità di partecipazione di un ragazzo tesserato ID ai campionati assoluti di ciclocross ricordiamo che i regolamenti non prevedono, né hanno mai previsto, una simile eventualità per numerose e fondate motivazioni che si basano sul principio di una netta distinzione tra l’attività agonistica e quella di natura promozionale. Ci sono aspetti legali, anche superiori alla stessa volontà della Federazione, legati alla tutela dei singoli tesserati coinvolti che non permettono di cambiare i regolamenti senza un’attenta valutazione”. Secondo i regolamenti stilati dal CIP e dal FISDIR, “le indicazioni sono che tale attività, in primo luogo per la sicurezza degli stessi ragazzi e degli altri atleti, deve avere un carattere promozionale, deve essere svolta tra praticanti con le stesse caratteristiche e deve escludere competizioni ciclistiche agonistiche e partenze di gruppo, a meno che non vengano effettuate a velocità controllata”.