Montecampione, una statua per il Pirata
Una statua di sei metri in ricordo di Marco Pantani. Una statua a 1.800 metri di altezza, sulla salita che porta a Plan di Montecampione nel Bresciano dove il Pirata nel 1998 ipotecò la vittoria al Giro d’Italia. A presentare il progetto l’assessore lombardo al Turismo Lara Magoni con una iniziativa già patrocinata dall’assessorato allo Sport della Regione Lombardia. L’opera sarà realizzata dallo scultore Mattia Trotta e, oltre a ricordare Pantani, avrà come obiettivo anche quello di promuovere la Val Camonica con le sue salite e i suoi tornanti, come meta imperdibile per tutti i cicloamatori e professionisti e amanti delle due ruote. Per realizzare la statua, che ritrarrà l’indimenticato campione di Cesenatico a braccia alzate e lo sguardo rivolto al cielo, serviranno circa 50.000 euro e il gruppo GoTo Valle Camonica ha pensato di offrire a coloro che vorranno contribuire un numero limitato di targhe che andranno posizionate sulla base della statua, la cui installazione è prevista per il prossimo 5 settembre. «Marco Pantani – ha sottolineato l’assessore Magoni – è un mito dello sport e sicuramente l’installazione di una vera e propria opera d’arte in un luogo così simbolico e tanto importante per il Pirata, accrescerà in maniera esponenziale l’attrattività di un territorio in forte espansione da un punto di vista turistico». Alla presentazione del progetto sono intervenuti anche Tonina Belletti, mamma di Marco, Serena Boschetti, responsabile Fondazione Marco Pantani e nipote del campione, Silvia Schiavini, presidente del GoTo Valle Camonica. «Il nostro obiettivo» – ha affermato Schiavini – è quello di tenere viva la memoria di un grande campione e in nome di questo ricordo portare gli appassionati di ciclismo in Valle Camonica«. A seguire da vicino gli sviluppi del progetto c’è la famiglia Pantani: “Ho molto apprezzato il progetto del monumento a Marco e sono sicura che piacerebbe anche a lui essere ricordato così- ha detto la mamma- Di Montecampione ho ho un ricordo bellissimo. Di solito non seguivo Marco durante le gare, ma proprio nel 1998, decisi di recarmi in Valle Camonica assieme ai miei nipotini e fu una gioia immensa vederlo trionfare”.