Milano, una mobilità “amichevolmente” schizofrenica
Milano sta diventando una città sempre più amichevole. Sempre più «friendly» si usa dire. Quindi bike-friendly, moto-friendly, scooter-friendly e anche car-friendly quando al Comune conviene, cioè quando c’è la moda, quando c’è il blocco antismog ma il car sharing va perchè porta business e danè. Milano da qualche settimana è diventata molto «amichevole» anche coni monopattini, cioè da quando è passata la normativa che ha di fatto sbloccato quelli in sharing, cioè in condivisione. Talmente «friendly» che i monopattini in pochi giorni si sono moltiplicati come i pani e i pesci con la «benedizione» di Palazzo Marino che col suo assessore Granelli li ha indicati come una delle forme di mobilità del futuro cittadino. E ci sta. Peccato però che gli amichevoli monopattini stiano di fatto invadendo i posteggi (pochi) che in centro sono riservati a moto e scooter. Si fermano lì perchè solo lì possono fermarsi visto che sono dotati di un dispositivo che li fa spegnere solo se posizionati correttamente negli stalli. E qui sta il punto. Se i posteggi sono zeppi di monopattini, scooter e moto devono posteggiare altrove. Magari su un marciapiede o nelle strisce blu e gialle riservate alle auto, ovviamente in divieto e ovviamente multati da vigili solerti sguinzagliati da Palazzo Marino che puniscono senza lasciar traccia perchè oggi le multe le possono dare semplicemente fotografando con l’ipad. E’ un perverso effetto domino che ben riassume la schizofrenia di una mobilità che pare non aver logica. Che ben spiega la contraddizione di un’amministrazione che invita a non usare l’auto ma poi aumenta i biglietti dei mezzi pubblici, che «stanga» chi in centro al lavoro ci viene in scooter, che si va vanto dei tanti nuovi chilometri di ciclabili in una città dove però chi sale in bici ogni mattina si fa il segno della croce…