Giro e Fiandre in drammatico surplace…
“E’ chiaro che cercheremo di salvare la partenza del Giro d’Italia del 9 maggio dall’Ungheria, ma è possibile anche un’altra data…”. Il direttore del ciclismo di Rcs Sport, Mauro Vegni, incrocia le dita anche se forse non basterà. L’Ungheria, per voce di Gergely Gulyas, capo dello staff del primo ministro, ha decretato lo stato di emergenza in tutto il Paese a causa dell’epidemia di coronavirus. Al momento ci sono 13 casi confermati e le prime prime misure straordinarie decise dal governo prevedono il divieto d’ingresso in per tutti gli stranieri provenienti da Italia, Cina, Corea del Sud e Iran. Per il Giro, che già è a rischio per ciò che sta succedendo da noi, questa è un’altra tegola. Pesantissima. “In qualche modo aspettiamo questo mese per capire cosa succederà- spiega Vegni- Secondo me ci sarà una rivisitazione completa di tutto l’anno, per tutte le attività. E’ un momento complicato. Bisognerà anche capire cosa deciderà l’Uefa sugli europei; quello delle date in tutti gli sport ora è tutto un puzzle non facile da comporre. Ci stiamo sentendo in questi giorni con gli ungheresi per capire anche cosa succede da loro…” . Il ciclismo trattiene il fiato, si ferma, rimanda e mette mano ai calendari in un surplace irreale e drammatico che forse andrebbe interrotto dall’Uci che dovrebbe fermare tutto e riprogrammare la stagione in attesa di tempi migliori. Ma non siamo negli states, dove in un’ora il basket Nba è stato fermato senza pensarci troppo. Così il ciclismo resta sospeso. In Belgio la Gand-Wevelgem e l’E3 BinckBank Classic sono già state annullate dopo i 314 casi di contagio confermati e le nuove misure annunciate dal governo fiammingo che ha vietato l’attività sportiva fino al 31 marzo compreso come risposta alla pandemia di coronavirus Covid-19. Sono stati annullati anche Nokere Koerse, Bredene Koksijde Classic e Driedaagse Brugge-De Panne. Il Giro delle Fiandre, che si dovrebbe correre il 6 aprile, non è ancora stato cancellato e per ora resiste. Ma gli organizzatori hanno già fatto sapere che stanno lavorando a diversi scenari: «Siamo preoccupati – ha dichiarato il Ceo di Flanders Classics, Tomas Van Den Spiegel – Non ci sono ancora linee guida governative per gli eventi. Le stiamo aspettando».