Di Rocco ai ciclisti: “Linee guida per ripartire ma usate buonsenso”
Si scaldano i muscoli ma questa volta più che mai servirà rispettare le regole, informarsi sulle direttive regionali e soprattutto servirà tanto buonsenso. E’ più o meno questo l’appello che il presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco fa ai ciclisti parlando della parziale riapertura alle attività sportive contenute nel decreto del 26 aprile 2020 che entrerà in vigore dal 4 maggio. Si potrà a tornare a pedalare da soli e a distanza ma molto resta ancora da chiarire e domattina il Consiglio Federale, anticipato da un Consiglio dei Presidenti del Comitati Regionali, proverà a mettere a punto e ad approvare approvare le linee guida per la Fase 2 in base a quanto fino ad oggi elaborato dalle commissioni e dai tecnici. Un primo passo, seppur parziale, considerando che Dpcm avrà validità per soli 14 giorni, in attesa del nuovo, che dovrà disciplinare anche allenamenti di squadra che riguarda più da vicino anche l’attività giovanile e la possibilità per i minori di uscire accompagnati e sempre in attesa degli indirizzi del Comitato Scientifico del Governo per quanto riguarda i protocolli sanitari da applicare. ” La situazione non è semplice ma un principio è chiaro: si può tornare andare in bici a titolo individuale, mantenendo una distanza di 2 metri- spiega Di Rocco- Noi stiamo valutando, sul piano educativo di corretti comportamenti e di maggiore prevenzione, indicazioni ancora più restrittive e che abbiano come principio prima di tutto la salute.”. Secondo l’interpretazione federale il Dpcm apre alla possibilità di uscire in bici anche per gli amatori e non solo per gli atleti di livello nazionale senza limiti di chilometraggio e tempo ma con l’obbligo di restare in Regione anche se andranno valutate con estrema attenzione le ordinanze integrative dei governatori che possono, in relazione alla situazione sanitaria, restringere l’ambito ai soli comuni. Già lo hanno fatto Liguria e Friuli e presto lo faranno Piemonte, Trentino e probabilmente la Lombardia. Ovviamente niente gruppi e niente scie con una distanza fissata nei 2 metri ma che la Federazione potrebbe estendere fino 20-25 per scongiurare qualsiasi rischio. Ma non è questo l’unico punto in discussione. In particolare la Federazione è in attesa di chiarimenti riguardo alcuni aspetti legati all’attività agonistica, all’uso degli impianti, alla possibile riapertura di negozi di bici e accessori e opvviamente all’uso di guanti e mascherine.