Movida sì o no: le mezze misure non servono
Il sindaco Sala non vuole fare lo «sceriffo» (parole sue) e quindi la movida non la chiude. Che poi è logico perchè chiuderla significherebbe chiudere anche tutti quei locali della città che, dopo due mesi abbondanti di lockdown, hanno riaperto da qualche settimane con sacrifici enormi e mettendosi in regola con deliranti( e costose) disposizioni anti-contagio. Quindi chi glielo spiega ora che tutto ciò che hanno fatto non vale più a nulla perchè dalle loro parti la gente si assembra? Come diceva Enzo jannacci «se me lo dicevi prima…». Ma dai ravioli a Chinatown alle false ripartenze quando i contagi erano alle stelle, il sindaco pare sempre un po’ in rincorsa sui temi di questa emergenza. E allora la decisione che è stata presa ieri sera dopo il vertice in prefettura di vietare nei prossimi giorni che gli alcolici possano essere acquistati nei bar e poi bevuti in strada pare un po il classico parto del topolino. Niente asporto quindi. Che in realtà però vuol dire poco e nulla. Innanzitutto perchè se uno si beve un chinotto o una spuma o una birra che si compra in un market o da un abusivo può tranquillamente bivaccare in darsena o dove più gli aggrada. E lo stesso discorso vale per chi si vuol godere un gelato visto che le serate sono già quelle estive, zanzare comprese. E gli altri? Quelli che al «drink alcolico» proprio non rinunciano dovranno consumare nei locali, seduti ai tavoli o sotto i dehors. Ma non basterà. Servirà a poco perchè la movida non è come andare a far la spesa al supermercato, far la fila davanti a un ufficio postale o prenotarsi per mangiare al ristorante. La movida è un mondo di più o meno giovani che si ritrova, si assembra, che si tocca e si abbraccia. Che si faceva fatica a controllare prima del virus, figurarsi ora in epoca di mascherine e distanziamenti. La movida o si permette o si vieta. Tertiun non datur…