Lo sport dei ragazzi cancellato dal virus
Lo sport dei ragazzi non c’è più. Fermo, cancellato da un virus che ha congelato tutto o quasi. Ferme le attività giovanili, fermi i gruppi sportivi ma soprattutto ferma tutta l’attività che si intreccia con le scuole: «É un momento davvero delicato che rischia di far sparire quel poco che oggi si fa per diffondere la pratica e la cultura sportiva tra i bambini» spiega Franco Ascani, membro italiano della commissione cultura del Cio ma soprattutto padre fondatore di quei Trofei di Milano che dal 1964 a Milano hanno portato a far sport tre milioni e mezzo di studenti milanesi.
Una «semina» fondamentale per far conoscere storia e campioni, per portare sulla pista dell’Arena bimbi e famiglie e per diffondere la cultura olimpica: «Sì perchè lo sport non è solo il calcio anche se da noi così sembra in questi giorni di dibattito sulle ripartenze- spiega Ascani- Oggi molte scelte sono dettate dal business dimenticando il valore che la pratica sportiva ha nei più piccoli, da quello sociale a quello dell’educazione e del benessere. Scuola e sport si intrecciano soprattutto nei primi anni delle primarie perchè è proprio grazie allo sport che si comincia a prendere coscienza con valori come la lealtà e il sacrificio che oggi nessuno insegna più.
Quindi lo sport nelle scuole è necessario e va portato nelle classi al di là dei protocolli, dei tavoli e delle conferenze stampa perchè poi basta che non si trovi un bidello che ha le chiavi della palestra e si blocca tutto…». Con l’allarme Covid, le lezioni on line, il distanziamento e gli istituti chiusi c’è il rischio che stop sia lungo e lasci cicatrici profonde.
«C’è tanta buona volontà da parte di insegnanti e istituzioni ma il fatto che i bambini siano stati costretti per mesi a restare in casa per la quarantena alla lunga pesa- spiega Ascani- Noi con i Trofei di Milano prima che scattasse l’emergenza fortunatamente qualcosa siamo riusciti a fare. Nella prima parte dell’anno scolastico abbiamo coinvolto gli studenti con la parte didattica del nostro programma che prevede lezioni di storia olimpica, proiezioni, la realizzazione di disegni per immaginare il logo dei Giochi. Mancherà la parte sportiva sul campo che, come ogni anno, avrebbe visto scendere sulla pista dell’Arena migliaia di ragazzi delle scuole milanesi nella staffetta finale, un revival di quella tradizione che sono sempre stati i campionati studenteschi. E la staffetta nello sport ha una simbologia precisa perchè segna il passaggio da atleta a squadra…».
Niente corsa quindi. Anche i Trofei di Milano, dopo più di mezzo secolo, alzano bandiera bianca di fronte al virus ma non è una resa. «Assolutamente no- spiega Ascani- Proprio per cercare di tener vivo il senso di questa manifestazione tra gli studenti li abbiamo invitati a realizzare video di un paio di minuti sulle attività sportive che hanno svolto a casa in questi mesi. E siamo stati inondati di filmati che esaltano fantasia e creatività. Cercheremo di premiarli tutti facendo i conti con le difficoltà economiche del momento e col fatto i piccoli sponsor che ci seguivano quest’anno non riusciranno a farlo. Non solo. I migliori video saranno montati insieme in un film di 2 ore e un minuto, che è il record mondiale della maratona, che intitoleremo la maratona in casa e che sarà proiettato a Milano a novembre durante il Festival mondiale del Cinema sportivo».