Maturità, quanto mi mancherai…
A tutti quelli che l’hanno fatta la maturità non mancherà. Anzi. Resterà uno dei sogni ricorrenti, spesso un incubo. Greco, latino, matematica e poi l’orale con tutte le materie, poi due, poi una estratta a sorte ed una a scelta a seconda degli anni, dei ministri, delle riforme. Ma quest’anno c’è il virus. Quest’anno si cambia, quest’anno la maturità in pratica non si fa. Niente assembramenti, niente code davanti ai portoni dei licei con il Rocci sotto braccio, con le facce smunte, gli occhi “pallati” da tanti caffè notturni e troppe sigarette. Niente tema d’italiano, l’ultima occasione per scrivere ancora un pensiero complesso senza l’obbligo di stare in 140 caratteri, in italiano più o meno fluente e non quello “devastato” da Whatsapp o dai tecnicismi delle e-mail. Niente bigini, niente bigliettini infilati nei posti più assurdi, niente appelli, lettere sorteggiate, scaramanzie. Niente di niente. La maturità quest’anno è una pratica che si liquida in una quarantina di minuti con un’ interrogazione fatta dai “prof” di sempre, quelli che si conoscono. Dieci minuti per la materia di indirizzo, dieci per l’italiano, venti per l’argomento assegnato durante l’anno. Fine e tutti promossi perchè questa ( pare) sia la parola d’ordine. Ora, parliamoci chiaro, chi non vorrebbe una maturità cosi? Alzi la mano chi non prova invidia pensando al suo esame di tanti anni fa, alle notti insonni, alle fidanzate dimenticate, alle paure, ai dubbi, ai chilometri fatti avanti indietro in corridoio ripetendo tutto ciò che non ne voleva sapere di restare in mente. Alzi la mano chi non baratterebbe all’istante le sue antologie sottolineate a matita, le tonnellate di appunti, le frasi fatte trascritte negli angolini dei dizionari con una bella interrogazione cotta e mangiata dall’esito quasi scontato? Tutti. A diciott’annni sicuramente tutti, chè la vita è adesso e c’è la vacanza in Grecia che aspetta. Poi però gli anni passano e anche più in fretta di ciò che si crede. Molto si perde per strada, molto si dimentica, molto si rimpiange. La maturità no. La maturità non fa parte dei rimpianti perchè per fortuna è per sempre, impressa nella mente e pronta a tornare a fior di pelle quanto ci si ripensa. Come diceva Eduardo gli esami non finiscono mai ma la maturità è l’unico esame che alla fine resta, che torna, ritorna e ritorna ancora. Una fortuna averla fatta, una fortuna averla fatta come una volta, come si deve. Una fortuna aver penato, faticato, tremato, temuto e alla fine gioito. Chi farà la maturità quest’anno con tutta probabilità la maturità non la ricorderà. E sarà per sempre un po’ più povero…