Camosciara, basta sedersi ed ascoltare
Non è che si deve sempre correre o pedalare. Qualche volta si può anche camminare e guardarsi intorno. Ci si può arrampicare e ci si può anche fermare per godere dello spettacolo che solo un parco come quello Nazionale d’Abruzzo può regalare. Da Civitella Alfedena alla Camosciara dove più di cinquantanni fa nacque una riserva naturale oggi nel suo cuore ancora intatta. Da Civitella Alfedena per tre ore e mezzo sui sentieri del tratturo una volta battuti dai pastori che portavano i greggi a svernare al mare e oggi dai turisti un po’ più curiosi. Un piccolo viaggio alla portata di tutti bimbi compresi organizzato dalle guide del parco di Barrea che ti seguono e ti danno la giusta assistenza che ti serve per non perderti e per rientrare alla base. Che ti raccontano le storie di chi da queste parti vive coltivando le api e di chi viene dall’Africa ad imparare come si fa. Che ti spiegano perchè ad oltre mille metri le guardie del parco coltivano una vite strana che serve solo per sfamare gli orsi e che ti fanno capire, srotolando un filo di lana, quanto sia delicato e difficile in natura il rispetto degli equilibri. Non serve essere runner per apprezzare l’immensità del Monte Marsicano un mezzo gigante che ti accompagna nel cammino, per seguire la strada e per arrivare al “traguardo” della Camosciara l’essenza di questo parco, là dove forse osano le aquile e di sicuro lupi, orsi e camosci. Ci arrivi dopo tre ore di un tranquillo cammino che potrebbero essere il sogno di ogni corridore che ama le gare di trail tra saliscendi, strappi, boschi e guadi. Ci arrivi e resti senza fiato ma non per la fatica. Qui capisci cosa siano la natura, la sua imponenza e la sacralità del suo silenzio. Non serve altro basta sedersi ed ascoltare. Magia di un luogo dove città, rumori, mascherine, distanziamenti e quarantene non si sa neppure cosa siano…