Un triathlon fai-da-te: Daniel insegna
Daniel è Daniel Fontana che, per chi ama il triathlon, non ha bisogno di lunghe presentazioni. Anzi sì, servirebbe proprio una lunga presentazione per raccontarne le gesta perchè l’argentino ormai italiano è il triatleta azzurro più forte di sempre, olimpionico, vincitore di tre Ironman, un bel gruzzolo di qualificazioni mondiali centrate a Kona alle Hawaii. Insomma un campione. Mergozzo è invece un piccolo borgo antico della Val d’Ossola, in provincia di Verbania, che si affaccia su un lago che è un gioiello e da diversi lustri ospita un triathlon internazionale spettacolare e ben frequentato. Si fa presto a mettere insieme le due cose che, in tempi di virus, emergenze e quarantene, diventano una sfida quasi olimpica fai-da-te per un manipolo di atleti della DDs che “capitan” Fontana guida in un allenamento che per la squadra di Settimo è quasi una tradizione. Ci si dà appuntamento, ci si ritrova, ci si sveste e ci si riveste e poi ci si tuffa. Da sponda a sponda e ritorno. Con una boa che non c’è ma che non arriva mai perchè sarà che in quarantena quasi nessuno ha nuotato, sarà che quel chilometro e mezzo forse è parecchio di più, sarà che c’è un po’ di corrente che ti fa “scarrocciare” la traversata sembra quasi quella della Manica. Bello il lago di Mergozzo. Che piano piano si popola di bagnanti che sgranano gli occhi nel vedere tutto quel mettere e togliere di mute, di cuffie, di occhialini, di caschi, di bici pronte a partire. “Non vi assembrate…In scia non mettete le mani sulle protesi e fate attenzione al traffico…” poi Fontana si mette davanti e non lo vedi più. Albo, Bettola, Cuzzago, Premosello, Chiesa un lungo su è giù ( ma più sù) che col vento in fronte diventano un piccolo supplizio a caccia di qualche cambio che dia un po’ di sollievo. Fino a Piedimulera, dove la strada si impenna per tre chilometri con una serie di tornanti velenosi che ti mandano definitivamente in apnea. Il ritorno è un piccolo premio regalato da Eolo, figlio di Poseidone, che decide di soffiarti sulla schiena e da una strada in falsopiano che per fortuna ora degrada. Mergozzo e il suo laghetto, su cui incombono minacciose le prime nubi di una perturbazione attesa, arriva in un attimo. Ma non è finita perchè ora tocca correre. Capitan Fontana non fa sconti: ” Si parte dal quel cartello di parcheggio vicino allo specchio e si arriva a girare dopo tre chilometri costeggiando il lungolago dove troverete una rotonda. Sono sei chilometri..”. La truppa della Dds “obbedisce” e si sgrana perchè la fatica comincia a farsi sentire e il caldo pure, sempre più umido, con le gocce di pioggia che cominciano a cadere ed evaporano sull’asfalto che sembra di essere in Cambogia. Ma si fa. Uno, due, dieci, quindici arrivano tutti alla spicciolata appena in tempo per schivare un acquazzone che di questi tempi è quasi benedetto. Il primo, neanche dirlo, è capitan Fontana, che qui aveva vinto anche l’anno scorso, quando si faceva sul serio…