Il Museo del Ghisallo resiste e fa il pieno di visitatori
“Ci abbiamo messo il cuore in un anno difficile come questo ma il risultato è stato magnifico”. Antonio Molteni, presidente della Fondazione Museo del Ghisallo, guarda i numeri e non può che essere soddisfatto. Nell’anno della pandemia, in un anno maledetto e senza certezze, l’unica sono i numeri di un Museo che “resiste” come è storicamente allenato a fare chi va in bici quando la strada si fa dura. E i numeri dicono che in questo strano strano 2020 il Museo del Ghisallo, nonostante tutto, ha avuto nelle sue stanze 5.391 visitatori, di cui 4311 italiani e il resto stranieri soprattutto tedeschi, olandesi, francesi e inglesi. I numeri confermano che, nonostante tutto, sono arrivate persone da 34 nazioni del mondo fra cui Sri Lanka, Colombia, Estonia e che, anche se lo scorso anno le nazioni erano state 70, il Museo continua a mantenere un grande appeal all’estero e una precisa identità internazionale. Che è un po’ ciò che sognava Fiorenzo Magni: “Non ha mai voluto che si pensasse ad un Museo a lui dedicato- spiega Molteni- Ha sempre desiderato che questo luogo fosse dedicato a tutti i ciclisti, campioni e gregari, di tutte le nazionalità E quest’anno il tributo scattato nel suo Centenario, ci permette in qualche modo di soddisfare l’esigenza di dare spazio al racconto che la carriera agonistica e umana di Fiorenzo ha tracciato lungo proprio cento anni di ciclismo. Se questo non lo avesse fatto il suo Museo del Ghisallo, non sapremmo proprio chi avrebbe potuto….”. E così è stata pensata la mostra dedicata al Leone delle Fiandre che in molti hanno apprezzato nelle sale e nelle camere virtuali del Museo, un lungo viaggio foto-giornalistico che ha ripercorso la storia di un atleta, campione e uomo come attraverso un film cronologico di sport e di ciclismo. Non solo. Fra i cimeli che hanno arricchito la collezione del Ghisallo ve ne sono 70 in più, tra cui la bici Magni Centenari, 42 maglie storiche tra cui quella Faemino di Merckx con colori iridati e i deragliatori anteriori originali Campagnolo del 1953 fatti arrivare giunti da un appassionato della Pennsylvania. Una “resilienza” quella del Museo del Ghisallo che ha permesso di arrivare al traguardo di un anno difficile che ora, come ogni anno, si chiude in attesa della primavera. “La stagione museale espositiva è chiusa- spiega la direttrice Carola Gentilini– ma il Museo del Ghisallo non chiude mai. Questa è la prima cosa che ci viene da dire tracciando il consueto bilancio annuale che ci permette di fare il punto e pensare a ciò che verrà. Sarà un 2021 ancora più che mai in onore del nostro fondatore Fiorenzo Magni un tributo lunghissimo che andrà oltre il Centenario”.