Un’Eroica che lascia senza parole… ( bastano le foto)
Ripartire dall’Eroica. Da Montalcino e dalle strade bianche capite, difese e valorizzate da chi ha avuto tanti anni fa un’idea ciclistica che non era solo un’idea ciclistica ma l’illuminata preveggenza che così, oltre a difendere un magico patrimonio di borghi, casali, colline e vigne, sarebbe cominciata una delle più formidabili di operazione di tutela di un patrimonio sportivo, storico e culturale mai fatta nel nostro Paese. L’Eroica qui in val d’Orcia, nel Chianti ma forse ovunque si corra è un museo a cielo aperto ed e la garanzia di futuro per uno sport che non può prescindere dalle sue origini. Altrimenti diventa un’altra cosa. Padri e figli, nonni e nipoti, giovani, meno giovani, ancor meno giovani qui si ritrovano per un viaggio iniziato tanti anni fa a Gaiole in Chianti e che pochi giorni fa è ripreso. E non poteva che riprendere da qui. Diceva qualche tempo fa Giancarlo Brocci che questa Woodstock a pedali l’ha immaginata e realizzata, che un “Eroica senza abbracciarsi non si può fare perchè quella degli eroici è davvero un famiglia e in famiglia quando ci si ritrova per prima cosa ci si abbraccia…”. Mentiva. Mentiva perchè ciò che nel fine settimana è successo a Montalcino con mille e trecento persone che hanno ricominciato a pedalare sono la prova che si poteva e si doveva fare. Ma non è un miracolo o il solito colpo di fortuna degli audaci. Per rimettere in moto l’ammiraglia dell’ Eroica ci sono voluti tutta la tenacia, il lavoro e l’organizzazione di una squadra di gente capace che nulla o quasi ha lasciato al caso: dalla logistica alla consegna dei pettorali, dai tamponi ai controlli che hanno fatto anche arrabbiare qualcuno, ai ristori perfetti tra un bicchiere chianti, ribollita e le tortine in monodose fatte in casa. Per una volta “Eroici” sono stati gli organizzatori. Il resto è un’emozione infinita che tra gli sterrati della val d’Orcia riempie gli occhi e il cuore. E’ così da sempre. Ma questa volta non servono parole ( bastano le foto)