Ricominciamo dalle capriole
Dopo un anno e mezzo di pandemia, di quarantene e lockdown ora si torna con prudenza a vivere. Si torna a muoversi liberamente, tra un po’ si toglierà anche la mascherina e si torna a viaggiare. Si torna per fortuna anche a fare sport, ci si scrolla di dosso un po di ruggine e magari ci si mette anche un pettorale. E forse bisognerebbe ricominciare a fare la capriole. Anzi la capriola, come facevano i bimbi una volta e adesso non usa più…Bisognerebbe darsi una mossa in un mondo dove le parole d’ordine sembrano essere Facebook, twitter, instagram, youtube, whatsapp, linkedin, snapchat e probabilmente tanti altri “social” sconosciuti o dimenticati. Sempre più connessi, sempre più virtuali, sempre più sociali e condividenti. Chi l’avrebbe detto dieci anni fa che saremmo diventati così? Chi avrebbe mai pensato oggi, salendo su una carrozza della metropolitana milanese, di non trovare nessuno a leggere un giornale, un libro, il“Tenero Giacomo” sulla Settimana enigmistica? Però ormai l’andazzo è questo. Dice una mia collega “che con lo smartphone può fare tutto e senza si sente persa…”. Senz’altro sarà così. Però forse è anche un fatto di abitudine. E’ come alzarsi la mattina alle 6.30 per andare a nuotare in una piscina o uscire all’alba della domenica mattina a correre quando fuori piove o nevica. All’inizio è tragico poi però, pian piano, ci si prende gusto. E’ il piacere di fare qualcosa di fisico quando ormai molto si fa davanti allo schermo di un pc. E’ il sapore della fatica, il dolce indolenzimento delle gambe o delle braccia dopo un allenamento, il dolore di una botta che quando ti metti a letto assapori anche un po’. Abbiamo delle straordinarie doti di adattamento a tutto. Al bello e al comodo si fa in un attino, al brutto e ai disagi ci si mette un po’ di più ma poi si arriva. Ciò detto, di fronte a un anno mezzo passato piùo meno in locdkown lo sport ora andrebbe messo in cima alle cose da fare. Anche perchè a guardare i dati del Coni che non siamo tra i Paesi eccellenti. Anzi. L’Italia è nella top 20 delle nazioni più pigre al mondo con oltre 24 milioni di sedentari che tradotto in percentuale dà un risultato che fa venire i brividi: quattro italiani su dieci non solo non fanno sport ma non si muovono proprio. Però siamo un popolo tra i più connessi con un tempo medio speso sulla rete ogni giorno di 4,7 ore contro le 3.9 ore dei tedeschi e le 4 degli inglesi. Siamo i più accaniti navigatori dei “social” con una media di ben 2 ore al giorno, circa mezz’ora in più al giorno rispetto la media europea. E, sempre in Europa, siamo il Paese con il maggior numero di telefoni cellulari e infatti, quello della telefonia, è uno dei pochi settori che sembra non risentire in modo drammatico della crisi e che negli ultimi anni ha continuato a svilupparsi con un tasso superiore al 6% . Insomma stiamo diventato un popolo sempre più digital-dipendente, sempre più social e sempre più “condividente” . Magari un po’ pigro, acciaccato, grasso, con il colesterolo a rischio e con il fiatone dopo una rampa di scale. Ma questi solo sono dettagli.