Torna la gravel dei Navigli: non è una gara, molto di più…
Dopo un anno di stop, ma valeva un po’ per tutti, domenica torna la Gravel dei Navigli organizzata da Turbolento SSD. Una sfida non competitiva su tre percorsi ( da 70, 100 155) tra le campagne e la storia di Milano, Novara e Pavia. Poco cambia rispetto alle passate edizioni. Si parte dalla Canottieri San Cristoforo e tra navigli, canali, sterrati e stradine di pedala nel Parco Sud in un triangolo immaginario che va da Milano a Vigevano a Pavia. Si passa dal borgo di Cassinetta, da Bernate, si attraversa una prima volta il Ticino sul ponte di Turbigo pedalando nei boschi del Ticino. Tra sterrato e asfalto si raggiunge la piazza Ducale di Vigevano. Da lì, sempre alternando tratti di asfalto e di sterrato, boschi e rogge si passa nuovamente il Ticino sul ponte delle barche di Bereguardo per rientrare verso Milano dalla strada di Morimondo e dall’alzaia del Naviglio Grande . Un bel viaggetto in perfetto stile Turbolento: ” E’ la madre di tutte le gravel…”- spiegano gli organizzatori che ovviamente si affrettano ad aggiungere il più classico dei loro slogan: “It’s a ride not a race…” e ci mancherebbe. E’ molto di più. Certo, è più ruvido pedalare sui copertoncini da 28. E’ più faticoso far scorrere le ruote sullo sterrato che magari ti costringe anche a fermarti, a scendere, a ripartire. E’ a volte più complicato, perchè la strada fila via liscia, senza sbalzi, non ti obbliga a scartare, deviare all’improvviso. Non devi fare i conti con buche, fango, rami, sassi che sporgono. Non si improvvisa in strada. C’erano una volta le bici da ciclocross, oggi va di moda chiamarle gravel, perchè un po’ sono diverse ma forse anche perchè l’inglese ci piace tanto, o forse no. Dipende. Ma, fregandosene delle parole, la gravel è un bel concetto, nuovo, fresco, “figo” come si dice oggi. Un bel compromesso che sta prendendo corpo e che sta raccogliendo attorno a sè un numero sempre maggiore di appassionati. E’ la giusta via di mezzo che mette d’accordo gli stradisti e i “rampichini” delle mountainbike. La misura perfetta quando la misura è colma, per chi ne ha abbastanza del rumore del traffico, dei camion che ti sfiorano, del fumo degli scarichi. E allora la gravel serve a dare un taglio, a cambiar strada. Se poi è quella della Gravel dei Navigli meglio ancora…