Un triatleta è per sempre, un po’ come un gioiello.  Che vale anche per tutti gli altri sport ma nel triathlon forse un po’ di più. Fare triathlon è un piccolo investimento nel tempo e qualcosa in eredità resta se non altro come premio di riconoscenza per tutta la fatica fatta negli anni. Si perchè è facile dire io faccio triathlon… Che poi che ci vuole? Basta saper nuotare un po’, basta saper andare in bici e basta saper correre. Ecco fatto. Tutte cose poi che si imparano da bambini: a casa,  a scuola, al mare in vacanza. Alzi la mano chi non ci ha mai provato? In pratica tutti. Quindi si nasce triatleti poi c’è chi si perde, chi continua la strada come i tanti campioni che lo fanno diventare un mestiere che mette insieme talento e volontà e chi, facendo le acrobazie tra lavoro e famiglia, lo fa diventare la passione di una vita. Ma nuotare, correre e pedalare non è solo nuotare, correre e pedalare. E’ un pensiero fisso e stupendo che riempie le ore, che ti insegna a non buttare via il tempo, che spiega meglio di ogni altra cosa come non ci sia nulla, ma proprio nulla, che se si vuole possa diventare un impedimento insormontabile. Basta crederci, basta avere una borsa pronta nel baule dell’auto, basta organizzarsi. C’è sempre il tempo per infilare un allenamento in una giornata piena. C’è sempre il tempo per mettersi a posto la coscienza perchè alla fine, per molti, di questo si tratta.  E allora giorno dopo giorno ci si abitua. Ci si abitua a tutto, figurarsi allo sport. Che è fatica ma anche premio. Chi sa cosa dove si trova il coraggio di alzarsi all’alba, magari d’inverno, per andare a tuffarsi in una piscina?  Chi sa dove si trova la voglia di correre anche se fuori piove, nevica o c’è un caldo che ti scioglie? Chi  sa come si può solo pensare di correre i 42 chilometri  di una maratona dopo aver pedalato per 180 e nuotato quasi per quattro?  Si fa solo perchè il bello viene dopo. E’ fantastico riavvolgere il nastro, godersi la stanchezza, i muscoli un po’ indolenziti.  Sotto la doccia, in ufficio, a tavola l’aver “fatto i compiti” dà quasi un senso di pace che non è facile da capire se non fai parte della “truppa”. E allora giorno dopo giorno ci si allena. Giorno dopo giorno si mette a posto il fisico ma  soprattutto la testa. Che si modella, si adatta, si abitua ad una sofferenza lieve che poi torna utile in tutte le cose. Serve ad affrontare le piccole difficoltà, a dare la giusta importanza ad un inconveniente, ad organizzarsi nella vita di tutti i giorni. La giornata diventa spesso un’immaginaria zona cambio dove si riesce a trovare sempre  il tempo per ogni cosa, sebbene di fretta, indaffarati, incasinati e un po’ affannati.  Diceva il saggio dei fumetti di Nick Carter: “Se hai bisogno che qualcuno faccia qualcosa per te è sempre meglio chiederla a chi ha tanto da fare…”. Magari a un triatleta: che il tempo lo trova…