Djockovic a Roma? Ma Vezzali non pensa ai ragazzini senza sport?
Novak Djokovic potrà giocare gli Internazionali d’Italia a Roma. Lo ha detto la sottosegretaria con delega allo sport Valentina Vezzali, in una intervista a Libero: «Il tennis – ha spiegato – è uno sport all’aperto e da noi non è previsto il green pass rafforzato. Quindi, se Djokovic vorrà venire a giocare in Italia, potrà farlo. Magari non utilizzando alberghi e ristoranti, ma avrà la possibilità di giocare gli Internazionali di Roma». Nulla contro Djokovic e contro la sua scelta di non vaccinarsi. Fatti suoi. Ma la vicenda che vede protagonista il “ministro” dello sport, perchè tale è la sottosegretaria con delega visto che il Ministero non è stato previsto, è davvero surreale. Innanzitutto perchè “sconfessa” la linea di presidente di consiglio, ministri, governatori sulla campagna vaccinale ma soprattutto perchè si dimentica, ed è gravissimo che lo faccia il responsabile governativo dello sport, qual è in questo momento la situazione dello sport di base nel nostro Paese. Ma lo sa la sottosegretaria Vezzali che a migliaia e migliaia di ragazzini non è dato accesso allo sport perchè ( per scelta non loro) non hanno il super green pass? Lo sa che solo in Lombardia , come ha denunciato nei giorni scorsi la Uisp, negli ultimi mesi i giovani praticanti sono diminuiti del 12,4 per cento? E ancora. Lo sa che in questi due anni di pandemia tra lockdown, contagi e burocrazia varia molte delle società sportive dilettantistiche hanno alzato bandiera bianca? Ora, sarà anche vero che in Italia si può fare uno sport individuale con il solo green pass base se si fa all’aperto e quindi Djokovic potrebbe giocare sui campi del Foro Italico. Ma il punto è un altro ed è inutile girarci intorno. Djokovic giocherà al Foro Italico perchè è Djokovic e per far sì che ciò accada, anche se non ci saranno deroghe alla norma, ci sarà sicuramente un trattamento di favore a cominciare dall’uso di docce e spogliatoi. Che non è proprio un bel messaggio. Ed è pessimo se poi arriva dal sottosegretario allo sport proprio mentre lo sport di base “boccheggia”.