Valentyna Kiliarska ha vinto la maratona di Gerusalemme. Due ore, 45 minuti e 54 secondi ma il tempo non importa. E’ arrivata al traguardo prima tra le donne  e si è lasciata avvolgere da due bandiere: quella di Israele che l’ha voluta come testimonial della corsa e quella dell’Ucraina, il suo Paese sotto attacco, dal quale è fuggita. ” Noi ucraini siamo gente che non si arrende e io sono qui per dimostrarlo- aveva detto pochi giorni fa a Pagine Ebraiche- Era da tanto che volevo confrontarmi con questa sfida, ben prima che iniziasse questa guerra orribile. Ben prima che il mio popolo fosse attaccato…”. La Kiliarska, campionessa ucraina di mezza maratona, sognava da anni di correre a Gerusalemme e lo ha fatto nel momento più difficile, cioè durante la guerra che sta devastando il suo Paese, dopo la fuga in Polonia insieme alla figlia di 11 anni, dopo che le bombe le hanno distrutto la casa e dopo una straziante separazione dal marito-allenatore, che sta combattendo a Mykolaiv. Sotto lo stesso cielo un gran numero di familiari e amici.  Là ha lasciato la sua vita che resta “in sospeso”, che rimane aggrappata a ciò che gli uomini della sua terra continuano a difendere facendo passare tutto in secondo piano. Ovviamente anche la maratona, gli allenamenti, lo sport. Il  fatto che sia riuscita a partecipare ed addirittura a vincere l’undicesima edizione della Maratona che si corre nella captale di Israele assume così un significato che va oltre quello agonistico. “Cercherò di migliorarmi in futuro, di abbassare un po’ il tempo- ha spiegato- Magari l’anno prossimo, quando vorrei tornare a Gerusalemme non più sola ma in compagnia di mio marito…”. Al via della maratona ventimila appassionati che idealmente hanno corso al suo fianco, molti con i colori gialli e blu dell’Ucraina. Tra gli uomini il primo a tagliare il traguardo,  è stato Ageze Guadie, 33 anni, israeliano,  con il tempo di 2 ore  37 minuti.