Tra un paio di settimane all’Arena  si disputeranno le finali dei «Trofei di Milano». Una fantastica festa di sport, per tre motivi essenzialmente: perché in questi mesi ha portato in campo oltre 30mila studenti di scuole Primarie e secondarie di primo grado della Città Metropolitana, perché è uno dei pochi tentativi di spiegare ai giovanissimi che tra quattro anni Milano sarà città olimpica e soprattutto perché è gratis. «Gratis» è una parola a cui ormai non siamo più abituati. E lo sport «gratis» è merce rara, un regalo enorme ai giovani, alle loro famiglie e anche alla città per cui si deve ringraziare il professor Franco Ascani, unico italiano membro della Commissione Cultura e Patrimonio Olimpico del CIO, che ormai da più di 50 anni custodisce e organizza questo rito sportivo della gioventù che ha portato in pista oltre 3 milioni e mezzo di studenti. Un mezzo miracolo soprattutto in questi tempi dove lo sport «da strada» non esiste più. Una volta per giocare a calcio, a basket per correre era sufficiente andare in un campetto o all’oratorio, portarsi un pallone e fare le porte con le cartelle di scuola. Oggi è tutto organizzato e costoso. Ci si deve rivolgere a scuole calcio, a società, ci sono schiere di allenatori, preparatori, psicologi, ci sono certificati medici, burocrazia, quote e rette da pagare e via così. Due anni e più di pandemia e ora la guerra e i rincari hanno fatto lievitare i costi di tutto, sport compreso. E quando le famiglie si ritrovano a dover «tirar la cinghia» tagliano il superfluo. E lo sport purtroppo nella nostra cultura per molti è ancora considerato «il superfluo». Per questo il 27, il 28 e il 29 aprile i Trofei di Milano all’Arena saranno una festa. E non solo di sport.