Corsa sostenibile? I runner ci provano (e le aziende pure)
La sostenibilità sta diventando la parola d’ordine. Prodotti sostenibili, città sostenibili, aziende sostenibili tutto più o meno sostenibile. Anche lo sport prova ad adeguarsi tant’è anche per molti eventi la parola sostenibilità è entrata prepotentemente nelle priorità e nella volontà di distinguersi. Dalla Maratona dles Dolomites alla Cortina-Dobbiaco alla Milano Marathon, alla Sellaronda Hero, ad altre gare ancora molti sforzi per rendere le corse ecocompatibili si stanno facendo. L’impegno è quello di ridurre il più possibile l’impatto ambientale di una gara riducendo al minimo i consumi energetici, stampando materiale informativo su carta riciclata o non stampandolo affatto, usando piatti e posate ecologiche, prevedendo menu di prodotti gastronomici a «km zero», allestendo aree di raccolta di rifiuti in cui gli atleti possano correttamente gettare gel usati, carte di barrette e tutto quanto normalmente consumano durante una gara e inserendo nel regolamento la norma che chi non lo fa viene squalificato. Chi organizza e mette la sostenibilità ai primi posti nelle priorità dei suoi eventi trova comunque terreno fertile anche tra chi partecipa. Sulla sensibilità ecologica di chi corre, ad esempio, è significativa l’ultima ricerca commissionata da Brooks, azienda leader nel settore delle calzature da corsa, all’interno del suo piano di Running Responsability People&Planet, rivolto alla salvaguardia delle persone e del pianeta. Lo studio sulle pratiche sostenibili legate alla corsa ha coinvolto oltre 3.600 runner in Europa e negli Strati Uniti ed è emerso che il 97% afferma di fare regolarmente qualcosa per l’ambiente durante la propria corsa, come usare una borraccia riutilizzabile o non buttare per strada gli imballaggi dei gel da corsa. Per il 78% dei runner è importante che le aziende running si impegnino a ridurre le emissioni di CO2, il 64% possiede e usa prodotti ecocompatibili e quasi la metà degli intervistati controlla, prima dell’acquisto, che tali prodotti siano stati realizzati rispettando determinati standard ambientali. Cresce la popolarità del plogging: dai dati emerge che il 22% dei runner raccoglie regolarmente i rifiuti che incontra lungo il proprio percorso e l’81% afferma di essere disposto a impegnarsi a raccogliere fino a tre rifiuti e a gettarli nel cestino per avere un impatto sull’ambiente. Non solo: 92% degli intervistati fa qualcosa per rendere la propria corsa più sostenibile ed è disposto ad impegnarsi a correre un maggior numero di km se si piantassero alberi per ogni km percorso. E Brooks lancia una sfida su Strava: “Brooks X Earth Runs” in cui tutti i runner del mondo saranno chiamati a correre il maggior numero di km possibili. Lo scopo è davvero ambizioso: correre in totale 4 milioni di km che corrispondono a 100 giri intorno al pianeta. Al raggiungimento dell’obiettivo, Brooks s’impegna a piantare 30.000 alberi in collaborazione a Earth Runs..