E finito il Tour viva il Tour. E c’è chi rosica
E finito il Tour. Viva il Tour. Sfida fantastica, vibrante, combattuta, imponente, internazionale, mondiale. Ha vinto Jonas Vingegaard ha perso ( si fa per dire) Tadej Pogacar. Ha vinto anche Wout Van Aert ma soprattutto ha stravinto la Jumbo Visma che due anni fa e lo scorso anno aveva preso schiaffoni. Ha stravinto. Forse ha vinto troppo e ,cosi come spesso accade nel ciclismo, qualcuno già comincia a mettere in dubbio la pulizia di queste prestazioni, facendo accostamenti con il passato e i tanti casi di doping che hanno stravolto le corse prima dell’avvento del passaporto biologico. Il ciclismo nel fare harakiri non ha rivali. Ieri, dopo il trionfo della crono, in conferenza stampa un giornalista ha avanzato qualche sospetto parlando con Van Aert che non l’ha presa benissimo: “Che domanda stupida, non ho nemmeno voglia di rispondere- si è seccato il campione belga- ogni volta che qualcuno vince, la domanda ritorna. Perché vinciamo dobbiamo difenderci? Non ho capito, abbiamo lavorato duramente per questo. Il ciclismo è cambiato. Siamo seguiti per un anno intero, fino a casa nostra, e per il resto non facciamo altro che allenarci…”. Fine. Premesso che il doping è una porcheria chissà perchè nel ciclismo la cultura del sospetto non si riesce a debellarla?Eppure il ciclismo ha pagto dazio ed è al momento lo sport che sostiene ( e paga) più controlli. IL doping vale per tutti ma nel ciclismo è sempre con con la “d”maiuscola. E vale doppio. Quando capita si fanno titoloni sui giornali, si discute , si dibatte, ci si strappa le vesti come se il ciclismo fosse l’ultimo girone infernale di un mondo, quello sportivo, popolato da verginelle. E gli altri? Sì certo, c’è doping anche negli altri sport ma vuoi mettere il ciclismo? C’è doping anche nella marcia ma poi lì, per fortuna, ci sono allenatori che denunciano i dopati e poi si mettono ad allenarli facendoli diventare degli eroi da portare nelle scuole come le madonne pellegrine. C’è doping anche nell’atletica ma riguarda solo la federazione russa, il solito caso politico magari con qualche ombra su spie e Kgb . C’è doping anche nel calcio certo. Ma sono casi isolati, gente che fa tutto da sè, più per sfizio personale che per un progetto di frode. Non come quel demonio di Lance Armstrong, il male di tutti i mali, l’uomo che ha ucciso lo sport, peccato però che se ne siano accorti tutti quando non faceva più comodo. E pazienza poi se intere squadre di calcio si ammalano di sla, ma sono solo coincidenze. C’è doping anche nell’ippica ma lì gli uomini non c’entrano perchè si dopano i cavalli. C’è doping nei pesi, nello sci di fondo forse anche nei tornei di poker ma vuoi mettere il ciclismo? Quello è uno sport malato, marcio anche se poi decine di migliaia di appassionati si assiepano sui tornati dello Stelvio o del Mount Ventoux . Malati anche loro. C’è doping nella maratona ma è chiaro che riguarda solo le gazzelle africane. C’è doping nel tennis ma finisce a tarallucci e vino, anzi a tortellini e lambrusco. E c’è doping anche nel nuoto ma sono atti, indagini dovute. L’importante è negare. Negare sempre perchè il doping forse non esiste. C’è solo nel ciclismo. Poi per fortuna c’è un Tour come questo. Spettacolo assoluto più forte di ogni sospetto. Il resto sono chiacchiere di chi vive rosicando