Di Felice in Antartide in bici: “Per vedere cosa c’è al di là della Terra…”
“Se ho paura? Molta. La paura è il sentimento che in tutte le mie avventure mi ha sempre permesso di fare le scelte giuste e di tornare a casa…”. Omar di Felice, 41 anni romano, con un passato da grafico pubblicitario ben chiuso in un cassetto, ex ciclista professionista ed oggi ultracycler estremo con animo da giramondo, riparte. Riparte per una pedalata estrema che più estrema non si può e che lo porterà con “Antartica Unlimited” ad attraversare in autosufficienza il Polo Sud con un viaggio di oltre 2mila chilometri tra ghiacci e temperature anche fin a 50 gradi sottozero. L’ultracyclist, dopo aver completato lo scorso inverno il giro in bici del Polo Nord, sarà il primo a tentare la traversata dell’Antartide in bicicletta in solitaria in una sfida che è la terza tappa del progetto «Bike to 1.5°C», realizzato in collaborazione con Italian Climate Network e ESA – European Space Agency, per sensibilizzare sugli effetti del cambiamento climatico. La data indicativa di partenza sarà tra il 19 e il 20 novembre dalla base di Hercules Inlet con un velivolo che lo porterà da Punta Arenas (Cile) sul suolo antartico: “Date che potranno anche subire variazioni- spiega su Endu Channel– perchè prima di partire dovrò necessariamente fare una quarantena per evitare di portare batteri sul suolo antartico che resta una delle zone più fragili del pianeta” . Il percorso prevede la prima parte di oltre 1.200 km per raggiungere il Polo Sud, impresa mai riuscita integralmente a nessuno esclusivamente in sella ad una bicicletta e una seconda parte di tacciato verso la base di Leverett Glacier per ulteriori 600 km con l’obiettivo di completare la traversata coast to coast. Qualora le condizioni lo consentiranno (il tempo limite per la traversata è stabilito entro il 20 Gennaio 2023, data in cui scadranno i permessi di permanenza in Antartide) Di Felice tenterà di percorrere nuovamente a ritroso la via verso il Polo Sud, per un totale di 2.400 km. Dietro a questa impresa un lunghissimo lavoro di training fisico, ovviamente, ma anche logistico e burocratico tra permessi e autorizzazioni. L’esploratore romano pedalerà su una speciali fat bike in acciaio sviluppata per lui dalla ditta veneta Wilier Triestina e trainerà una slitta con equipaggiamento, sacco a pelo, tenda e cibo: “Il tutto per un peso complessivo di oltre 100 chili- racconta- che riguardano materiale tecnico e alimentare che dovrà sostenermi per i due mesi della traversata. Utilizzerò gli stessi pasti che vengono usati dagli astronauti nelle basi spaziali, buste con cibo liofilizzato che si ricompone unendolo alla neve riscaldata con un fornelletto. Ovviamente utilizzerò quotidianemente anche integratori come proteine, aminoacidi e vitamine. Oltre a gel che di giorno in giorno metterò a contatto con la pelle per evitare che si congelino”. Dovrà organizzarsi e amministrare le scorte, oltrechè le energie: unico punto dove poter eventualmente rifornirsi sarà la base al Polo Sud. L’impresa, il viaggio, le capacità di resistere alla fatica e al freddo, l’acclimatamento e altro ancora saranno oggetti di uno studio che l’ESA , dalla base di ricerca italo-francese Concordia, metterà a punto per capire quale può essere la risposta dell’essere umano in situazioni estreme e in condizioni di isolamento. “Quando ero ragazzo guardavo il cielo immaginandomi cosa ci fosse al di là della Terra- scrive Di Felice sulla sua bacheca Facebook- Sono sempre stato affascinato dalle esplorazioni spaziali ed uno dei miei più grandi sogni era proprio quello di guardare aldilà dell’orizzonte. In fondo chiunque ami il pianeta non può che avere lo sguardo rivolto in quella direzione…”