La bici e la magia che fa tornar bambini…
Perchè alla fine trenta, quaranta, sessant’anni… Non è la passione per lo sport, per il ciclismo, per un triathlon o una crono. Non è la passione che ti spinge a correre, a pedalare, a far fatica ogni giorno come se te l’avesse prescritto il medico… E’ il gioco. E’ fermare il tempo, riportarlo indietro e ricominciare a giocare. Giocare a fare i campioni, sulle stesse strade del Giro, tra le transenne, tra i gonfiabili della pubblicità. sentirsi per un attimo la stessa cosa, su una rampa dello Stelvio o del Galibier. La stessa figurina da attaccare sull’album. E’ una magia. Ognuno la sua. Che fa dimenticare che c’è un po’ di pancia, che ci sono rughe e capelli bianchi, che se se ci si sdraia un po’ troppo sul manubrio poi non ci sia alza più, che le gambe girano al ralenti come dicono i francesi che hanno una lingua così elegante che fa sembrare tutto sempre meno goffo. La bici è una magia che per incanto cancella gli anni, ruggini, paure e timidezze; che rinsalda buone abitudini, ottime ed “eroiche” amicizie. Che spiega, a chi s’affanna a dire che lo sport dopo una certa età è solo “una patetica forma di esibizionismo”, che è invece è il segreto di un sogno senza età. Anche se poi lo sai che non è così, perchè a 40 all’ora tu sei ” impiccato e chi va in bici sul serio o per mestiere passeggia, perchè poi ti rimiri in un vetrina e capisci che sei tutta un’ altra cosa rispetto a quei missili che sfrecciano in tv. Ma bisogna essere capaci di sognare. E per farlo si deve tornar piccoli, bambini appunto. E basta provare a comprarla una bicicletta per capire che c’è differenza. Andare a comprare una bici è un tuffo al cuore: o nove anni quando ci si va mano per mano con papà e a cinquanta quando si va mano per mano con un figlio o da soli, perchè cambia poco o nulla. L’acquisto di una bici è sempre speciale, è un viaggio nel tempo a ritroso, come quando sognavi una pista Policar, il plastico di un treno con stazioni e gallerie, la “Romasport”, la prima coppia di radio trasmittenti. Poi ci sali sopra ed è come infilarsi in una macchina del tempo che va a pedali e ti riporta indietro. Trenta, quaranta quelli più forti anche cinquanta orari, salite, discese, watt e numeri che alla gente normale, quella in genere dice che sei un po’ fuori di testa, non dicono assolutamente nulla. E invece dicono. Eccome se dicono. Raccontano passione e fissazioni, di bici più stilose di quelle dei “pro”, di caschi da marziani, scarpe da marziani, body da marziani. Perfetti, allineati, vestiti di tutto punto, glamour anche nei guanti e nei calzini…Mica “pizza e fichi”. Andare, tornare, pedalare e sognare tutti verbi coniugati all’infinito in una realtà che resta un gioco e non c’è modo di spiegare. Nel gioco ci sta tutto. Una mattinata magica scacciapensieri e scaccia età. Una giornata di adrenalina da condividere con gli amici, con un Brian o un Ramon che pedalano con te sui rulli da chissà quale parte del mondo e sono lì sul monitor a giocarsi una tappa che non esiste… O meglio esiste eccome, magari solo nella tua mente. Perchè alla fine emozioni e fatica sono il quadrifarmaco della giovinezza. Anche se gli anni passano. E anche se qualcuno non ci crede. Peggio per lui….