Quando hanno chiesto a Thomas De Gendt chi era stato, secondo lui,  a “denunciare” su  Strava, la “App” che registra su una piattaforma le performance dei ciclisti della domenica, la prestazione mostruosa di Tadej Pogacar domenica al Fiandre, il belga scherzando non ci ha pensato un attimo: “Sospetto Mathieu van der Poel…”.  Battute a parte è successo davvero che l’algoritmo sia andato in tilt ed abbia sospeso il campione sloveno pensando che si stesse muovendo su un mezzo diverso dalla bicicletta. La App, insospettita da quanto stava accadendo dalle parti di Oudenaarde, ha “fermato” lo sloveno. La policy infatti parla chiaro e spiega con precisione il perchè alcune prestazioni non possano essere registrate: “Potranno essere escluse – si legge sul sito di Strava – dalla tua attività le prestazioni in cui hai lasciato attivo il Gps mentre eri in auto o su un altro mezzo, i caricamenti effettuati sotto il tipo di attività sbagliato, o i dati irrealistici registrati per un errore del Gps”.  Limiti dell’intelligenza artificiale… Lo stop è durato una decina di minuti poi sono ricomparsi i dati impressionanti del due volte vincitore del Tour. Nella seconda scalata dell’Oude Kwaremont, il ciclista dell’UAE Team Emirates è diventato il primo di sempre a completare i 2,15 km del segmento in meno di 4 minuti alla media incredibile di 33 orari, 11 secondi meglio del precedente record di Kasper Asgreen (2022). E’ stata La Ronde più veloce di sempre con una media finale di 44,083 km/h. A contribuire  sono stati i primi 100 km di gara percorsi sul filo dei 50 km/h  ma soprattutto anche gli straordinari ultimi 55 km di Pogačar  pedalati  a 41,7 km/h.  con 8 muri da scalare .Gli ultimi 13 km, dal Paterberg all’arrivo, lo sloveno li ha percorsi a 45,3 km/h di media con potenze tra i 370 e i 400 watt. Ha chiuso la gara in 6 ore 12 minuti e 7 secondi pedalando con una cadenza media di 94 pedalate al minuti ed una massima di 143. La velocità massima raggiunta è stata di 86.6 chilometri orari.  E poi dicono che i numeri non contano…