Pubblicità. La pubblicità è sacra, soprattutto necessaria perchè se non ci fossero gli sponsor molto di ciò che vediamo in tv non lo vedremmo. Così “lanciare” lo spot è un obbligo. Certo che “lanciarlo”  in un finale di tappa, anche incerto, a tre chilometri e mezzo dall’arrivo e ricollegarsi quando mancano 900 metri al traguardo e i giochi sono più o meno fatti va contro la stessa logica della pubblicità. Ti vanno in odio i prodotti… Altro che “consigli per gli acquisti”. Oggi  in Rai questo è successo alla fine della terza tappa di 216 chilometri da Vasto a Melfi.  Con buona pace delle “réclame” di auto,  bibite e cibo per cani andate di traverso a chi era davanti alla tv a pregustarsi lo sprint. Ha vinto l’australiano Michael Matthews (Team Jayco AlUla). Ha vinto mettendosi dietro il danese Mads Pedersen (Trek-Segafredo), il suo conanzionale Kaden Graves (Alpecin-Deceuninck) e il nostro  Vincenzo Albanese (l’Eolo-Kometa). Uno sprint “tirato”, adrenalinico come sono tutti i finali di tappa quando la corsa come ripetono sempre i telecronisti “s’infiamma”. Prima, dicono sempre i telecronisti, è quasi sempre una noia, un procedere da scampagnata che non serve a nessuno e che sarebbe meglio “tagliare” accorciando i chilometraggi. Ieri al Processo è andato in onda questo “illuminato” dibattito,  un chiacchiericcio un po’ zelante su quanto bello sia il ciclismo ma solo nei momenti che contano. Poi però quando quei momenti arrivano mandiamo pure la pubblicità…